Tutto, o quasi tutto, è stato scritto. Libri, opuscoli, fogli illustrativi descrivono vicende e personaggi ed anche fatti importanti e facezie. Basta cercarli. Ad essi si aggiungono resoconti fotografici e filmati, che integrano e completano le cose scritte. Ne emerge una visione complessa della città, articolata, contraddittoria, non sempre facilmente e immediatamente fruibile. Riscrivere gli eventi e gli accadimenti può essere allora utile, perché riconsegna una sintesi possibile, accessibile per brevità ed essenzialità, come un editoriale giornalistico. Ma, soprattutto, riscrivere è per me un piacere, un impossessarsi di pezzi di realtà, un padroneggiare gli eventi, sfruttando, questo sì, gli sforzi di altri. Di eventuali incoerenze, errori, interpretazioni arbitrarie, sono comunque il solo responsabile.

Una vittima, nè eroe nè martire
Il 17 giugno 1944 Adolfo Comodini, detto Comodino, di quarantatre anni, abitante a Prepo, operaio del Feltrificio Purgotti, aveva raccattato un fucile da caccia rotto, gettato in strada, come altri oggetti razziati nelle case e […]