Nato nel 1577 a Siegen nella Westfalia tedesca, da un avvocato fiammingo calvinista, rifugiatosi a Colonia per sfuggire alla persecuzione spagnola contro i protestanti. Nel 1589 si trasferisce ad Anversa, dove riceve una educazione umanista e si converte al cattolicesimo.
Il suo grande prestigio è dovuto non solo per i suoi meriti artistici ma anche per l’attività di diplomatico.
Non ancora quindicenne era stato paggio di Margherita di Ligne e, quasi contemporaneamente, si era dedicato alla pittura, frequentando la bottega di Tobias Verhaccht.
In Italia dal 1600, vi rimane otto anni, prima a Venezia e poi a Mantova, pittore di corte presso il duca Vincenzo I Gonzaga. Inviato a Roma, amplia i propri orizzonti figurativi, copiando i quadri di Michelangelo e Raffaello, studiando le antichità e guardando la coeva produzione artistica di Carracci, di Caravaggio e di Barocci. In Italia riceve prestigiose commissioni da parte delle principali istituzioni ecclesiastiche cattoliche.
Nel 1603 il duca Vincenzo lo sceglie come uno dei messi incaricati di accompagnare un invio di doni alla corte spagnola di Madrid. Questo incarico è l’avvio della sua futura carriera politica. Dal 1623 è utilizzato dall’Infanta Isabella, governatrice dei Paesi Bassi spagnoli, come agente speciale nelle trattative di pace tra Spagna, Inghilterra, Francia e Paesi Bassi. Per circa dieci anni viaggia per l’Europa incaricato di missioni confidenziali e nello stesso tempo continua a dipingere, favorito dal suo spirito metodico e dalla sua illimitata capacità di lavoro. Tutto questo è possibile anche grazie al suo studio di Anversa, dove i suoi aiuti fanno fronte alle numerose commissioni, utilizzando i suoi disegni appena abbozzati. Il suo atelier è il centro più attivo della pittura fiamminga del Seicento e vi collaborano artisti di primo piano, come Jacob Joardens, Anton Van Dyck e Jan Bruegel dei Velluti.
Nel 1623 gli muore la figlia maggiore e dopo tre anni perde la moglie, Isabella Brant. Grazie alla sua forza d’animo, legata a un forte equilibrio tra impegno emotivo e distacco intellettuale, non è abbattuto da queste sventure e nel 1634, dopo essersi ritirato dalla vita politica, contrae un nuovo matrimonio e si fa costruire in Anversa una sontuosa residenza a somiglianza di palazzi italiani.
Possiede anche una modesta proprietà in campagna, destinata al riposo nei mesi estivi e nel 1633 acquista il castello Steen, una grande residenza campestre, a metà strada tra Anversa e Bruxelles, acquisendo anche privilegi legali, sia ecclesiastici che militari, e un titolo nobiliare.
E’però già seriamente malato e dopo una estate tribolata trascorsa a Steen, rientrato ad Anversa nell’inverno del 1639 e, ripreso da attacchi di febbre e di paralisi, muore il 30 maggio 1640. Essendo stato un amministratore accorto, uno scaltro uomo d’affari e un negoziatore inflessibile, lascia agli eredi una enorme fortuna.
(10 aprile 2019)
Fonti:
Rudolf e Margot Wittkower, Nati sotto Saturno La figura dell’artista dall’antichità alla Rivoluzione francese, Einaudi, Torino, 2016
Pieter Paul Rubens, Wikipedia, 8 marzo 2019
La storia dell’arte raccontata da Philippe Daverio, Rubens, Rembrandt e il Seicento nei Paesi Bassi vol. 12, Milano, RCS MediaGroup, 2019
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