Leon Battista Alberti

1.

Nato nel 1404 {1406} a Genova, figlio naturale di un esiliato appartenente a una grande e ricca famiglia fiorentina, passa l’infanzia a Venezia, studia diritto e scienze a Padova {e Bologna} e si forma artisticamente a Roma, dove giunge nel 1432 con l’ufficio di abbreviatore apostolico. Sulla base di un interesse tipicamente erudito e archeologico, scrive la Descriptio urbis Romae, il primo studio sistematico per una ricostruzione della città antica. Ritorna a Firenze nel 1434, facendovi poi brevi soggiorni, e si rallegra di trovarvi artisti eccezionali e unici: Brunelleschi, Donatello, Luca della Robbia, Ghiberti e la fama di Masaccio, morto pochi anni prima.

Stimolato dal consenso di queste personalità e da un ambiente di intelligente mecenatismo scrive nel 1436 {1435} il trattato De Pictura, dedicato a Brunelleschi, in cui delinea la figura ideale dell’artista in un uomo colto e versato in tutte le arti liberali, senza dare particolare rilievo al suo modo di comportarsi e alla sua moralità. Tant’è da considerarlo un alter Deus, un secondo Dio, un divino artista separato dalla schiera della gente normale, soprattutto se pittore.

2.

Alberti non è architetto, ma scrittore, esperto e teorico di tutte le tecniche e solo da quarantenne si occupa di arte monumentale, scrivendo nel 1450 il trattato in dieci libri De re edificatoria. In quello che è un ricalco moderno e una interpretazione critica di Vitruvio, innalza definitivamente l’architettura al rango delle arti liberali, separando nettamente la concezione e il lavoro mentale dall’esecuzione e distaccando l’artista dall’operaio e dal capomastro.

Essendo essenziale per lui l’idea e i progetti che l’attuano, di fatto impartisce direttive e fornisce bozzetti, facendo costruire su suo disegno Palazzo Rucellai a Firenze da Bernardo Rossellino e il Tempio malatestiano di Rimini da Matteo de’ Pasti.

Nelle grandi composizioni di Mantova, San Sebastiano e Sant’Andrea i suoi progetti subiscono pesanti alterazioni, tradendo l’originalità della sua ripresa di elementi dall’antico. 

Ciò nonostante Alberti avesse fissato regole e modelli, a cui nessun architetto doveva sottrarsi, anche se qualcuna delle sue soluzioni deve attendere per essere ben assimilata e sviluppata. I suoi dettami trovano una notevole applicazione nelle opere di Bernardo Rossellino, che a Roma è il rappresentante dell’Alberti e di Agostino di Duccio, lo scultore di Rimini, nel San Bernardino di Perugia.

Così è di spirito albertiano la Cappella funeraria del giovane cardinale di Portogallo a San Miniato, composta da Antonio Rossellino, fratello di Bernardo, con la collaborazione di Luca della Robbia e di alcuni pittori.

Nella facciata di Santa Maria Novella a Firenze, terminata nel 1470, due anni prima della sua morte a Roma, ma iniziata quindici anni prima, L’Alberti riesce a mediare la novità di una intelaiatura armonico-geometrica con il rispetto per il complesso preesistente, a conferma di una impostazione storicistica, molto presente nelle sue opere di restauro a Roma, rivelando atteggiamenti diversi, anche apparentemente contraddittori, nei confronti dell’architettura antica.

3.

La concezione scientifica dell’arte, la base dell’insegnamento accademico, comincia con Leon Battista Alberti. E’ infatti il primo a formulare l’idea che la matematica sia il terreno comune dell’arte e della scienza, poiché ad essa appartengono tanto la teoria delle proporzioni quanto quella della prospettiva. In lui si trova per la prima volta consapevolmente realizzata l’unione del tecnico che esperimenta e dell’artista che osserva, perché entrambi cercano di conoscere il mondo per via sperimentale per dedurre dai risultati delle esperienze leggi razionali. Entrambi cercano di indagare e dominare la natura con un atteggiamento attivo, non di pura contemplazione.

Per questo il tecnico indagatore della natura, per le sue nozioni matematiche, appartiene alla sfera intellettuale, ma anche l’artista, che spesso è tutt’uno con il tecnico e lo scienziato, ha diritto di distinguersi dall’artigiano e di appartenere anche lui alle arti liberali. 

(31 maggio 2019)

Fonti:

Arnold Hauser, Storia sociale dell’arte Volume primo Preistoria Antichità Medioevo Rinascimento Manierismo Barocco, Torino, Einaudi, 1977

Enciclopedia dell’Architettura Garzanti, Milano, Garzanti, 1996

André Chastel, Storia dell’arte italiana Tomo primo, Roma-Bari, Laterza, 2012

Rudolf e Margot Wittkower, Nati sotto Saturno La figura dell’artista dall’antichità alla Rivoluzione francese, Einaudi, Torino, 2016

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*