Gian Lorenzo Bernini

Figlio d’arte, è celebrato come scultore e architetto, è apprezzato anche come pittore, è famoso per la sua attività teatrale, sia tecnica che letteraria.

Ancora ragazzo si guadagna la protezione del cardinale Maffeo Barberini e poco più che ventenne diventa presidente della prestigiosa Accademia romana di San Luca, diventando anche cavaliere. Dal 1618 al 1680, con la sola eccezione di una breve parentesi di disgrazia sotto papa Innocenzo X, è il favorito dichiarato di otto pontefici consecutivi.

La sua bottega è di grandi proporzioni, la più grande mai diretta da uno scultore, necessaria a fronteggiare la mole crescente dei lavori commissionati dalla Chiesa. Per l’attuazione dei suoi disegni Bernini ha bisogno di decine di artisti e di artigiani, pagati direttamente dalla cancelleria papale. 

Incarna compiutamente l’ideale sei-settecentesco dell’artista, quale uomo di mondo versatile, privo di affettazioni, bene educato e affascinante, un perfetto gentiluomo. La sua condotta come marito, padre, amico e uomo è esemplare. Profondamente religioso, va a messa tutte le mattine e per quarant’anni si reca a piedi al Gesù, dove passa qualche tempo in preghiera.

Le sue opere sono pagate cifre fenomenali e altri cospicui proventi gli derivano come titolare di varie cariche ufficiali, tra cui quella di architetto.

Ormai settantasettenne, nel 1665, si reca in Francia chiamato da Luigi XIV, per l’ampliamento, il rimodernamento e il completamento del Louvre, l’antica dimora del più grande monarca vivente. Il viaggio, completamente pagato dal sovrano francese, è lungo, ma ad ogni tappa l’artista è onorato e riverito, sempre accolto solennemente, alloggiato nelle principali residenze e con la piena disponibilità dei migliori mezzi di trasporto. Bernini rimane a Parigi dal 2 giugno al 20 settembre 1665, ricompensato generosamente e sommerso da innumerevoli richieste di progetti, ma torna volentieri alla più congeniale atmosfera romana. Lascia disattese molte aspettative, anche perché Bernini non nutre alcuna simpatia per Parigi, per la corte francese e per la scuola artistica parigina. Non a caso i suoi disegni per il Louvre saranno successivamente abbandonati a favore di un progetto francese.

(8 aprile 2019)

Fonti:

Rudolf e Margot Wittkower, Nati sotto Saturno La figura dell’artista dall’antichità alla Rivoluzione francese, Einaudi, Torino, 2016

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