1.
Il concetto di Barocco comincia delinearsi nel secolo XVIII e si riferisce esclusivamente a quelle manifestazioni artistiche che all’estetica classicheggiante di allora appaiono eccessive, confuse, bizzarre.
La concezione classicistica è portata a respingere il barocco perché irregolare e arbitrario. Il razionalismo settecentesco vede nel Barocco solo i caratteri illogici e gli elementi strutturalmente irrazionali, come nei dipinti l’artificiosa illuminazione e le figure atteggiate come sulla scena e il carattere illusionistico delle sculture.
Eppure verso la fine del Cinquecento nella storia dell’arte italiana si era verificata una svolta sorprendente. Una concezione artistica sostanzialmente popolare, che aveva preso piede anche nei ceti colti dominanti, aveva reagito all’esclusivismo aristocratico e il freddo, complicato, intellettualistico Manierismo aveva ceduto il posto ad uno stile sensuale, fortemente affettivo, universalmente comprensibile.
Comprende tendenze artistiche divergenti, che si configurano diversamente nei singoli paesi e nelle singole sfere cultural. Il Barocco delle Corti e della Chiesa cattolica è infatti completamente diverso da quello delle città borghesi e protestanti e all’interno di queste due correnti si possono individuare altre distinzioni.
2.
Nell’ambito del Barocco aulico-cattolico si distingue una corrente sensualistica, monumentale, decorativa e uno stile classico più severo e formalmente più rigoroso. Quest’ultimo, grazie a particolari condizioni sociali e politiche, prende il sopravvento in Francia, intorno al 1660.
Nel secolo XVII si afferma, in forma autonoma, anche una corrente veristica, rappresentata soprattutto da Caravaggio, Louis Le Nain e Ribera, che prevale in Olanda.
E’ il fiorire di tendenze del tutto contrastanti, in cui l’arte è a un tempo veristica e classicheggiante, analitica e sintetica, per cui è difficile una definizione univoca del Barocco, a meno che non si voglia escludere il classicismo seicentesco.
Comunque tutta la visione artistica si soggettivizza, l’immagine si trasforma da tattile a visiva, l’attenzione si sposta dall’essere all’apparenza, il mondo è concepito come impressione ed esperienza, l’aspetto soggettivo assume una funzione primaria.
Nel Barocco la salda forma plastica e lineare si risolve in una immagine mossa, fluttuante, inafferrabile e lo spazio è concepito come un processo, un divenire, una funzione. Gli effetti di profondità spaziale sono conseguiti attraverso l’uso di enormi primi piani, di figure portate vicinissimo a chi guarda, che, grazie al punto di vista straordinariamente ravvicinato, sente la spazialità del quadro come una forma di esistenza sua propria, che dipende ed è creata da lui.
Nel mentre il relativo si sostituisce all’assoluto e la libertà al rigore perdono valore la solidità e la durevolezza e viene meno la stabilità che si esprime con le orizzontali e le verticali, l’idea di equilibrio e di simmetria, il principio delle superfici piene e dell’adattamento alla cornice.
Non è più possibile una lucida visione della scena, grazie alle torsioni frequenti e spesso violente, all’eccessivo ridursi delle proporzioni nella fuga prospettica, all’indifferenza alle linee direttrici date dalla cornice, alla discontinuità della materia pittorica e all’ineguale trattamento dei temi.
Si manifesta una chiara antipatia per tutto quello che è troppo chiaro ed evidente che porta dal semplice al complicato, dal chiaro al meno chiaro, dal palese al velato e all’occulto.
(6 maggio 2019)
Fonti:
Arnold Hauser, Storia sociale dell’arte, Volume primo, Preistoria Antichità Medioevo Rinascimento Manierismo Barocco, Torino, Einaudi, 1977
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