1.
Si forma a Padova tra il 1441 e il 1448 presso Francesco Squarcione, una singolare figura di artista e antiquario, la cui bottega è un importante punto di incontro tra gli artisti. Oltre che acquisire la capacità di rappresentare lo spazio secondo le regole della prospettiva ha la possibilità di conoscere l’antichità attraverso gli antiquari veneti, per cui rimane fortemente condizionato dall’approccio archeologico, sin dai suoi esordi artistici.
2.
Dopo anni di trattative, duranti i quali Andrea Mantegna lavora saltuariamente per il marchese Ludovico Gonzaga, marito di Isabella d’Este, nel 1459 si stabilisce a Mantova come pittore di corte, con un buon stipendio mensile, un alloggio gratuito e una generosa provvigione di legna e di grano.
Arriva a Mantova quasi immediatamente dopo Leon Battista Alberti, sollecitato dal principe a intervenire nel tessuto urbanistico della città medievale. Il Gonzaga si concentra anche su altri poli urbani, con il contributo di altri architetti; tra questi il palazzo Ducale, che viene trasformato da fortezza a residenza. L’apparato decorativo viene affidato a Andrea Mantegna, sia nella perduta cappella palatina sia nella cosiddetta Camera degli sposi.
3.
Oltre a una regolare contribuzione riceve premi in denaro e oggetti preziosi e ha facoltà di accettare commissioni altrove. Altri proventi gli derivano da case e terreni e pertanto è in grado di garantire doti cospicue a due figlie e a una nipote e l’acquisto di una casa per ospitare la sua collezione di antichità.
La sua vecchiaia sarà al contrario né serena né felice, non aiutata dal suo carattere iracondo, duro e bizzoso, tormentata da preoccupazioni familiari e dissestata, sul piano economico, da una pestilenza che aveva sconvolto il principato.
Poco prima di morire, nel 1506, vende a Isabella d’Este un marmo antico a un prezzo esagerato, denunciando il suo disagio per i tanti debiti e la relativa indigenza.
(25 maggio 2020)
Fonti:
Rudolf e Margot Wittkower, Nati sotto Saturno La figura dell’artista dall’antichità alla Rivoluzione francese, Einaudi, Torino, 2016
La storia dell’arte raccontata da Philippe Daverio, Il quattrocento tra Mantegna, Bellini e Antonello vol.3, Milano, RCS MediaGroup 2019
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