Nell’ottobre 1944, prima della conclusione della Seconda guerra mondiale, la Grecia si era liberata dalla triplice occupazione delle forze dell’Asse (tedeschi, italiani e bulgari) con una resistenza che aveva incalzato senza tregua gli occupanti. Questo movimento era animato da tre formazioni politiche, con progetti molto diversi riguardo all’assetto futuro della Grecia.
La componente di gran lunga più consistente era quella di sinistra, rappresentata dal Fronte di Liberazione Nazionale (EAM) con il suo braccio armato, l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELAS Ellinikòs Laikòs Apeleftherotikòs Stratòs), per la maggior parte egemonizzate dal Partito Comunista (KKE), che pur all’opposizione del dittatore Metaxas, al momento della dichiarazione di guerra dell’Italia il 28 ottobre 1940, aveva invitato i suoi militanti ad arrolarsi per combattere in difesa della patria minacciata, schierandosi apertamente in favore della guerra contro le potenze dell’Asse.
Un’altra componente della resistenza, minoritaria nel paese, ma radicata in alcune regioni, come l’Epiro, era rappresentata dalla Lega Nazionale Democratica Greca (EDES), politicamente moderata, di tendenza liberale-monarchica, composta in gran parte da militari di carriera, guidata dal colonnello repubblicano Napoleon Zervas.
La terza forza di resistenza era Liberazione Nazionale e Sociale (EKKA) di tendenza repubblicana.
Le forze di occupazione furono affiancate da gruppi antiguerriglia greci, tra cui i Battaglioni di Sicurezza, create dal governo collaborazionista di Ioannis Rallis,[1] mentre il re Giorgio II, abbandonata la Grecia, in esilio al Cairo, aveva formato un governo monarchico riconosciuto dalla Gran Bretagna.
Nei primi mesi del 1944 l’EAM-ELAS costituì un governo provvisorio sulle montagne che venne sostituito da un governo monarchico insediato dai britannici ad Atene, presieduto da Georgios Papandreu, comprendente anche il KKE, che ebbe vita brevissima, per le dimissioni dei ministri comunisti, che prendevano dicasteri più importanti.
Nel 1942, su richiesta del Comando alleato in Medio Oriente, 220 partigiani dell’ELAS e dell’EDES, coadiuvati da 12 commandos britannici, attaccarono in una operazione congiunta la guarnigione italiana del ponte sul fiume Gorgopotamos, in Tessaglia, facendo saltare il ponte e bloccando i rifornimenti all’Afrika Korps di Rommell.
(20 marzo 2020)
Fonti:
Dimitri Deliolanes, Colonnelli Il regime militare greco e la strategia del terrore in Italia, Roma, Fandango, 2019.
Wikipedia, Guerra civile greca, 26 febbraio 2020.
[1] Fucilato nel 1945, ritenuto colpevole di tradimento e di collaborazione con il nemico. Padre di Georgios, Ministro dell’Ordine Pubblico durante il colpo di stato del 21 aprile 1967. Il capo dei Battaglioni di Sicurezza del Peloponneso fu Dyonisos Papadongonas, il cui nipote, Alexandros, divenne più tardi esponente dell’ERE
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