L’Umbria a
larghissima maggioranza ha scelto di ridurre di 7 parlamentari la propria
rappresentanza politica, votando sì con il 69% nel recentissimo referendum
confermativo.
Sempre recentemente in cinque comuni su sei ( Ferentillo, Giove, Valfabbrica,
Attigliano, Calvi) gli elettori hanno scelto un sindaco della Lega con Salvini,
confermando un trend regionale di netto spostamento a destra che aveva permesso
alla coalizione di centro destra di conquistare la guida della regione.
Contestualmente l’Università per Stranieri di Perugia allestisce un esame per
la verifica delle competenze linguistiche di un giocatore uruguaiano di calcio
al fine dell’ottenimento della cittadinanza italiana, giudicato da una indagine
della Guardia di Finanza una prova fittizia, in quanto modalità e temi della
prova erano predeterminati e conosciuti dall’esaminando, ipotizzando i reati di
corruzione, rivelazione di segreti d’ufficio e falsità ideologica per la
rettrice e i vertici dell’Università.
I tre eventi non sono collegati se non dalla dimensione temporale, eppure sono
emblematici di una regione in cui stanno saltando parametri politici e
categorie ideologiche che sembravano radicati e consolidati nella coscienza
collettiva regionale.
Sta prevalendo smarrimento, rabbia, paura, e voglia di cambiamento, qualunque
esso sia.
Non è ipotizzabile che gli umbri ritengano, alla pari di Grillo, che la
democrazia rappresentativa sia ormai non più credibile né praticabile, né che i
cittadini di piccole comunità, ma anche di grandi città, siano sovranisti e
autonomisti se non peggio. Rimangono abbagliati, come è stato sicuramente un
abbaglio, il pensare che un centro di eccellenza, come era stata l’Università
per Stranieri di Perugia, potesse uscire dalla gravissima crisi che la sta
attanagliando negli ultimi tempi, con la totale subalternità ai poteri e al dio
denaro, a scapito della propria autonomia e delle proprie competenze.
Chi è abbagliato perde momentaneamente la vista, ma poi la può recuperare,
interpretando oggetti resi altrimenti invisibili dall’eccesso di luce e
recuperando anche l’acutezza visiva, la vista verso oggetti lontani, proiettati
anche verso il futuro.
Non è un processo né naturale né scontato, ma deve essere aiutato e tutelato.
La politica, intesa come passione civile e come servizio, può essere la guida e
il supporto necessario per uscire dagli abbagli, dall’abbassamento delle
facoltà percettive, dalle sviste. Necessita però di interpreti, di soggetti, di
volontà, di strumenti collettivi di conoscenza e di una visione del futuro.
Ma l’Umbria di oggi , oltre che abbagliata, sembra essere attonita e
annichilita.
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