- Accantonare definitivamente il progetto di autonomia differenziata sia nella versione lombardo veneta che in salsa emiliano romagnola, per salvaguardare un minimo di solidarietà istituzionale su scala nazionale, ponendo un freno alla negazione di diritti primari, che uno stato nazionale deve garantire in quanto tale, a partire da livelli essenziali di assistenza, esigibili da tutti e dappertutto.
- Garantire le risorse necessarie al Servizio Sanitario Nazionale, magari rifondandolo alla luce della transizione demografica, del mutamento del quadro nosologico ed epidemiologico, degli aumentati costi per la diagnosi e la terapia, arrestando la tendenza alla sua frammentazione e privatizzazione.
- Sostenere la ricerca scientifica, riaffermando la scienza come una risorsa indispensabile e necessaria alla vita civile, alla salvaguardia della sicurezza individuale e collettiva, ponendo all’angolo i no vax, i complottisti, i terrapiattisti, i propagatori di fake news.
- Rivedere il nostro modello di sviluppo, promuovendo politiche ambientali che pongano fine ai processi di deforestazione, di urbanizzazione massiccia, di consumo eccessivo e dissennato del suolo, di inquinamento dell’aria e dell’acqua.
- Accettare l’innovazione tecnologica, quale possibile strumento di cambiamento dei processi industriali e sociali.
- Favorire la partecipazione dei cittadini all’elaborazione delle decisioni, al controllo della vita pubblica, alla tutela dei beni comuni.
- Privilegiare la coesione sociale, al netto di retorica nazionalista e romanticismo di bassa lega, a scapito di individualismi, particolarismi ed egoismi che hanno caratterizzato comportamenti ed atteggiamenti fin qui dominanti.
- Esaltare il fin qui tanto denigrato terzo settore, cioè l’insieme di volontariato, impresa sociale e associazionismo, che sta sostenendo lo sforzo contro la pandemia, in sinergia e non in alternativa ai servizi pubblici, che è al contempo strumento di integrazione sociale e di partecipazione.
- Recuperare la dimensione nazionale, come momento di identità ed appartenenza, valorizzandone le risorse ambientali e culturali, le conquiste sociali, gli spazi comuni, i prodotti industriali e artigianali, senza orgoglio ma con la consapevolezza di una opportunità unica, anche se non esclusiva.
Caro Marcello, sono pronto a sottoscrivere questo tuo programma quasi fossero le tavole della legge (manca solo il decimo punto) con un’unica variante: metterei il nono punto al primo posto, tutto il resto ne deriva, un abbraccio
Caro Marcello, mi sembra che manchi un punto fondamentale tra i tuoi consigli non richiesti: iniziare un ragionamento serio e non propagandistico su redistribuzione del reddito e su forme di reddito di base incondizionato (RBI). Se dobbiamo inevitabilmente accettare l’innovazione tecnologica, dobbiamo inevitabilmente ripensare a un mondo in cui non ha più spazi né ideali né materiali il falso mito della piena occupazione
Eliminare il concetto stesso di aziendalizzazione, che tanti incommensurabili danni ha portato alla sanità italiana
Grazie Marcello per aver elencato con puntualità, come tuo consuetudine, i 9 punti per ambire ad un progetto di ripresa dopo questo momento tanto doloroso e difficile per tutti. È il momento davvero giusto per porre con enfasi l’attenzione su quanto abbiamo vissuto, imparato e visto con i nostri occhi in questi giorni. Nessuno è rimasto indenne, nessuno. Sarà difficile ritornare allo status quo, riprendere senza analizzare quanto è necessario modificare il nostro vivere su questa pianeta insieme.
Marcello, è un programma ambizioso, ma lo sottoscrivo.
Anche io concordo con chi dice di cominciare a pensare ad una redistribuzione del reddito:chi più ha più paghi.
Servirebbe anche parlare apertamente di tassare maggiormente di più le rendite finanziarie, potremmo utilizzarle in mille modi, per esempio riaprendo e riammodernando i piccoli ospedali chiusi negli anni passati, potrebbero diventare dei presidi sanitari moderni, dei pronto soccorso efficienti, laboratori di medicina specialistica, di consultori , e poi i soldi delle tasse servirebbero ad assumere più medici e infermieri e questo potrebbe consentire di alleviare le liste di attesa , di ridurre le spese per prestazioni in intramenia, etc.
eh, si, ci sarebbe tanto da fare.
Un caro saluto
Marcello, mi piace questo tuo approccio propositivo. Sul punto 5 mi aspetto un supplemento di riflessione. Quando, presto, un sistema d’intelligenza artificiale gestirà la maggior parte delle funzioni di una sala operatoria si porranno svariati problemini. Il costo del sistema, l’utilizzo h24, il rapporto produttore/gestore, l’occupazione ridotta … solo per accennarne qualcuno. Ti leggerò con attenzione. Ciao.
Caro Marcello sono d’accordo su tutto; manca ancora nel tuo programma un altro punto essenziale, l’attenzione all’istruzione e alla formazione delle nuove generazioni; risorse e nuovi orientamenti che tengano conto delle interazioni ormai quotidiane tra culture diverse e dell’educazione al rispetto dell’ambiente, smascherando le ipocrisie e le vergognose contraddizioni
del nostro tempo che tutto offre e, apparentemente, poco chiede ai giovani, crescendo generazioni di persone continuamente distratte dal “vuoto” creato ad arte.