Il persistere e il dilagare della pandemia con alti
livelli di contagiosità e letalità sta gettando un’ombra funesta sul dopo
coronavirus in Italia, prefigurando una situazione tipo Grecia. Non per
l’intervento della “troika” a far rispettare contratti e norme europee, ma per
la sola e semplice sopravvivenza dello Stato in quanto tale. L’Europa è infatti
evaporata, incapace non solo di impostare tempestivamente un piano comune di
fronte al virus, ma di produrre scelte politiche continentali di prevenzione e
previsione che non fossero frammentate e occasionali, rivelandosi per quello
che non si voleva che fosse: una espressione geografica. Così ogni stato
europeo dovrà impostare autonomamente, secondo le proprie risorse, misure in
campo sociale ed economico per sopravvivere ad una crisi senza precedenti, che
sta mettendo in discussione interi segmenti produttivi, intere filiere
commerciali e la sostenibilità del sistema di welfare. Per l’Italia tali misure
non potranno che essere, come in Grecia, “lacrime e sangue”, per la fragilità
del sistema produttivo, messo già a dura prova dal trauma finanziario del
2007-2008.
Ad emergenza finita avremo risorse sufficienti per mantenere l’efficienza del
nostro Servizio Sanitario Nazionale, che pur frammentato e depauperato, sta
reggendo l’urto della pandemia?
Ci saranno le risorse per sostenere il nostro sistema pensionistico e le nostre
politiche dei redditi, che hanno permesso al ceto medio italiano di
sopravvivere fino ad oggi?
Troveremo le risorse per sostenere un tessuto commerciale, vero e proprio
presidio sociale nelle comunità locali, già a rischio di fallimento dopo
l’esplosione incontrollata della grande distribuzione,?
O dovremo ricorrere al taglio di servizi pubblici, alla drastica decurtazione
di stipendi e pensioni, alla tassazione di ogni forma di reddito, soprattutto
se dichiarato?
L’emergenza coronavirus sta mettendo in sottordine queste domande e derubrica
le possibili risposte. Ma saranno il banco di prova di chi ci governa, di chi è
all’opposizione, di chi si prepara a governarci.
La pentola sarà ancora in ebollizione.
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