Narciso, populista, parolaio, demagogo. Tutto, ma non
stupido. Matteo Renzi non ha dalla sua il consenso elettorale, visti i sondaggi
che danno la sua forza politica ad appena il disopra del 4%, ma si fa forte di
una visione tutta politica del contesto italiano ed europeo.
E’ fuor di dubbio che stenti ad affermarsi in Italia e in Europa, una destra
moderata, liberal-democratica ed europeista. Quella che c’è, o meglio c’era,
subisce il fascino e la seduzione della estrema destra, ormai largamente
dominante, se non negli istituti rappresentativi, nella mente e nel cuore di
una moltitudine di cittadini italiani ed europei. Ne è una prova lo scontro
durissimo all’interno della Cdu tedesca, dilaniata sul tema dei rapporti con
Afd e della politica europea. All’interno dei Popolari europei, il Fidesz
dell’ungherese Orban, sospeso ma non espulso, continua a spingere il Ppe su
posizioni nazionaliste e razziste, sfruttando al contempo la sua copertura per
instaurare nel suo paese un regime autoritario che nega i principi democratici
e lo stato di diritto. Nel Regno Unito, di fronte alla Brexit, i Tories si sono
spaccati, favorendo l’ascesa di nazionalismi e autoritarismi, con cui si sono
poi alleati. In Spagna frange consistenti del Partito popolare spingono per
l’alleanza con Vox. In Italia Forza Italia non riesce a svincolarsi
dall’alleanza con Salvini e Meloni, nonostante la loro collocazione
nell’estrema destra. Il quadro extraeuropeo è altrettanto caratterizzato
dall’affermarsi di un nazionalismo pericoloso, perché in grado, per ora, di
produrre guerre commerciali e tensioni geopolitiche. Nazionalismo e
autoritarismo sono il collante ideologico dei vari Bolsonaro in Brasile, Putin
in Russia, Trump negli Usa, Xi Jinping in Cina, Modi in India e Erdogan in
Turchia.
Di fronte a questa svolta ideologica e politica, per chi non la condivide, come
non condivide una cultura ed una appartenenza a sinistra, appare logico e
naturale proporsi come ispiratore di una politica neocentrista, moderata e
neoliberista. Lo ha fatto Macron in Francia, proponendo una formazione politica
centrista ed europeista, in grado di assorbire parte dei voti gollisti,
evitando che finissero nell’estrema destra di Le Pen. Ha tentato di farlo in
Italia Matteo Renzi, cercando di trasformare il Pd nel Partito della Nazione ed
ora, visto il fallimento di quel progetto, su altre basi e con altri strumenti,
con Italia Viva.
I loro propositi sono chiari, come sono altrettanto chiare
le loro ambizioni e i loro progetti. Non mancano di coerenza, al netto di
spregiudicatezza ideologica e temerarietà politica.
Hanno due avversari. La disuguaglianza sociale e l’emergenza ambientale. Il
divario tra ricchi e poveri si è troppo accentuato, come è troppo accentuato lo
sfruttamento del pianeta. Si è andati troppo oltre, in Europa e nel mondo,
tanto da provocare rabbia e sgomento. Su quella rabbia e su quello sgomento è
cresciuta e si è affermata l’estrema destra, proponendosi come l’unica
interprete, l’unica a rappresentarla, l’unica a guidarla. Il disincanto, a fronte
delle mancanze di progetti e soluzioni, se non l’autarchia delle economie e la
certezza dei confini, avverrà a suo tempo.
Oggi la proposta centrista è datata storicamente, inadeguata sul piano
politico, velleitaria sul piano sociale, mentre quella di sinistra non esiste.
Con pazienza e logica, e con poche ma succinte righe, ci hai fatto fare il giro del mondo, lasciandoci sulla riva della triste realtà di un mondo che non sa dove andare e perciò tanto meno come arrivarci. Ci servirebbe un faro, nemmeno troppo brillante, ad indicare una strada. Se non è già troppo tardi…
Neanche una virgola da discutere, analisi perfetta! O troveremo una strada o ne costruiremo una (Annibale 247-182 AC).