A qualcuno questa parola d’ordine potrà sembrare
paradossale se non blasfema, ma invece è di grande attualità.
Sono le cosiddette sardine a riempire le piazze italiane e a dettare l’agenda
politica della sinistra; i proletari, impoveriti e dispersi socialmente,
privati di ogni possibilità o speranza anche illusoria di riscatto sociale,
disaggregati come classe, votano ormai a destra ed affidano la loro
sopravvivenza ad un uomo forte, dando il loro consenso di non garantiti a
miliardari e millantatori. E’ una deriva prima sociale poi culturale e politica
che l’Europa ha già conosciuto, con uomini da poco investiti di pieni poteri,
manipolatori di false verità, propagandisti dell’odio e della sovversione.
La loro ascesa al potere che sembrava resistibile per la pochezza di proposte e
progetti, per i toni fuori le righe della loro propaganda ideologica, ha
mietuto adesioni di massa, soprattutto tra ceti popolari, delusi, disingannati
e resi rancorosi dal loro impoverimento e dalla mancata rappresentanza politica
della loro solitudine. E’ anche una conseguenza del clima di odio ormai
dominante in Italia e in Europa, che individua nemici dappertutto, considerati
responsabili del degrado e dell’insicurezza, anche perché creduti in
associazione a delinquere con interessi sovranazionali e consorterie
finanziarie. Mai come oggi (e come negli anni venti e trenta del Novecento) il
suffragio universale appare come il grimaldello usato dalla sovversione contro
lo stato democratico, al punto da far ipotizzare un suo ridimensionamento se
non la sua messa in discussione.
Al contrario va innestata una diffusa reazione prima culturale e poi politica,
va allargata la partecipazione e favorito il coinvolgimento attivo di ceti,
gruppi e classi sociali, riaperta una discussione pubblica in spazi di
prossimità, aperti e accessibili a tutti.
E’ quello cha sta facendo il movimento delle Sardine, un vero movimento, non
una forza politica con un organizzazione verticistica di pochi nominati,
camuffata come tale, nato dal basso, in reazione al silenzio e allo
sbigottimento della sinistra politica e al turpiloquio della destra, finora
gruppo di pressione, di stimolo, di sollecitazione dei soggetti politici
esistenti, senza necessariamente essere una forza collaterale, ma con una sua
dignità politica e una forte legittimità ad esprimersi.
Ancora immune da narrazioni pseudo sociologiche e sondaggistiche, non ancora
ingabbiato in schemi mass mediologici, anche per l’originalità e
imprevedibilità dei suoi linguaggi e dei suoi simboli, continua a riempire le
piazze italiane, a contaminare altre piazze europee, a praticare con
ostinazione il metodo non violento, a suscitare largamente curiosità e simpatia
(al netto di postfascisti e sovranisti).
Nel suo futuro non c’è la definizione o puntualizzazione di un programma
politico, ma l’incontro con il movimento contro il cambio climatico di Greta
Thumberg. Se avverrà allora un nuovo fantasma si aggirerà per l’Europa.
Bella analisi e con alla fine un idea, una proposta ed una speranza.
Eccomi accontentato. Ero a Roma ed ho repirato aria fresca, pura, non condizionata. Grazie Marcello per aver trovato le parole giuste per rendere politiche le mie emozioni. Smetto i panni del disilluso e incomincio a guardare il futuro con il sorriso di Mattia che abbraccia Greta …… uno spettro sorridente si aggira per l’Europa, lo spettro del ………….. ?
Caro Marcello grazie per la tua analisi puntuale e ‘calda’. credo che a sperare siamo in tanti
Cecilia
Ma se non mi piacciono le sardine sono fascista o sovranista? Ma dove sta scritto? ma chi te lo ha detto? Non siamo un po’ troppo presuntuosi noi di sinistra-sinistra?