CATALUNYA
Il popolo catalano rivendica da molto tempo il pieno riconoscimento della propria realtà nazionale e pertanto la questione catalana è da molto tempo nell’agenda politica spagnola, insieme ad altre questioni nazionali che riguardano, in forme e modalità diverse, altre realtà della penisola iberica, come la basca, la gallega o l’andalusa o la valenciana.
La crisi economica, a partire dal 2008, ha fatto precipitare in forme difficilmente controllabili la questione catalana, anche perché si è intrecciata con la crisi della politica, che ha inciso anche sul sistema costituzionale spagnolo nato nel 1978, basato fondamentalmente sul bipartitismo.
L’aspetto più significativo del referendum del Uno de Octubre 2017 è la determinazione politica dei suoi promotori e del movimento sociale che li sostiene, che contiene al suo interno una grande pluralità di posizioni politiche, ma anche di vissuti e sentimenti. La dinamica azione-repressione innescata dal Governo centrale, ha favorito l’appoggio sociale alle scelte indipendentiste, ben oltre il loro ambito effettivo.
Ma soprattutto fa crescere la quota di catalani che sono indipendentisti ma non nazionalisti: cittadini che non sentono in modo particolare l’esistenza di una nazione catalana, ma che vogliono rendersi indipendenti dalla Spagna di oggi, che considerano un insieme di valori legati a epoche passate, una Transizione incompiuta, una monarchia ridotta a un sedimento corrotto, una democrazia di bassa qualità.
Il premier spagnolo Mariano Rajoy, da sempre indisponibile ad ogni forma di dialogo con il governo catalano, ha lasciato marcire la questione catalana, alimentando un nazionalismo spagnolo rancido e primitivo, con l’obiettivo di consolidare il proprio consenso elettorale e mantenere in crisi costante il Psoe.
Il governo centrale, da lui presieduto, continua a sostenere, come unico e possibile, l’intervento giudiziale punitivo e l’Unione Europea, fortemente invocata, continua a rimanere distaccata e indifferente, come nel 1936. Del resto l’Europa di oggi non è quell’entità politica unitaria entro la quale l’autogoverno dei territori può trovare un adeguato spazio ed una occasione di sviluppo. I governi nazionali restano i suoi unici interlocutori.
Sia il governo spagnolo che la Commissione europea identificano la democrazia solo in ciò che è legale e di fatto considerano la politica una pratica solo istituzionale, negando qualsiasi valore alla partecipazione popolare, all’empowerment di individui, gruppi e classi sociali e valutando il conflitto, non come leva per l’innovazione e la trasformazione, ma come fenomeno criminale.
Per di più il Governo Rajoy fa ricorso all’uso indiscriminato della forza militare e della repressione giudiziaria, come gli arresti preventivi di Jorgi Sànchez e Jordi Cuixart, leader delle organizzazioni civili indipendentiste, con l’accusa obsoleta e sproporzionata di sedizione. Non contento di ciò azzera ogni autonomia catalana, sospende il presidente della Generalitat e i suoi ministri, subordina le strutture dell’amministrazione catalana e i suoi funzionari, compresi i Mossos de Esquadra, al governo centrale, commissaria le finanze catalane, controlla in prima persona la comunicazione (anche digitale) e telecomunicazione pubblica, impedisce il funzionamento del Parlament , si assume la funzione di scioglierlo e convocare nuove elezioni.
Nel momento in cui sarebbe quanto mai opportuno un confronto aperto e una ricerca di soluzioni condivise.
Il dialogo non è una manifestazione dello spirito, un imperativo morale ispirato da buoni sentimenti e dettato dalla coscienza, ma va concepito come un impegno democratico, alternativo alle misure di emergenza repressive. Ciò significa abbandonare il terreno giudiziario a favore di quello politico, perché il referendum del Uno de Octubre non è un problema di ordine pubblico e le istituzioni che lo hanno promosso non sono una banda di criminali. L’indipendenza, che la si auspichi o meno, è una questione esclusivamente politica, come è una questione politica la riforma della Costituzione spagnola in senso federalista, visto che in essa l’autonomia delle comunità e dei territori è considerata un diritto costituzionale.
( 27 ottobre 2017)
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