Tullio Seppilli – Il privilegio di averlo avuto come maestro

Il privilegio generalmente è riferito a ad un alto status sociale, ad una ampia disponibilità di beni e risorse, a posizioni di potere, ma anche alla possibilità di conoscere e frequentare persone che sono maestre di pensiero e anche di vita. Conoscere e frequentare Tullio Seppilli è stato un privilegio e non solo per gli antropologi, coloro che con lui condividevano la disciplina e la professione, ma anche per i medici, gli infermieri, i pedagogisti, le assistenti sociali che hanno partecipato alla scuola di specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva, ai corsi estivi e ai master annuali in educazione sanitaria, organizzati dall’Università degli Studi di Perugia e alle numerose iniziative formative locali, nazionali e internazionali. In quelle sedi, grazie al contributo di Tullio Seppilli, in piena complementarità e continuità con quello del padre Alessandro, igienista di fama internazionale e uno dei padri della Riforma sanitaria italiana, si è data credibilità e autorevolezza al modello preventivo, da affiancare a quello diagnostico terapeutico e a quello riabilitativo, considerati gli unici legittimi e possibili in ambito sanitario. Un modello che, per funzionare, doveva contemplare la condivisione dell’operatore sanitario e sociale dei modelli culturali, delle categorie interpretative, delle aspettative e delle domande di quelli che impropriamente venivano chiamati pazienti, ma che erano in realtà persone con una cultura da conoscere e da rispettare, perché elemento fondamentale non solo per prevenire le malattie, ma anche per una diagnosi puntuale e una terapia delle stesse.

E’ stato un privilegio anche per i politici. Basterebbe solo ricordare il contributo né marginale né secondario dato da Tullio Seppilli alla battaglia antimanicomiale, nel ruolo di amministratore pubblico, convintamente vissuto come indispensabile e da affiancare a quello dei tecnici, per dare certezza di risultati. Tullio Seppilli non si è infatti mai arroccato nella torre d’avorio della sua disciplina, di cui era maestro riconosciuto e rispettato, ma si è “fatto popolo”, nemico dei privilegi di classe e di censo, rendendo invece dei privilegiati i suoi compagni, i suoi amici, i suoi allievi.

 

Marcello Catanelli, Anna Maria Marcuccini, Piero Giorgi, Carla Cicioni

27 agosto 2017

 

Pubblicato nel Corriere dell’Umbria 29 agosto 2017

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