“Come ti chiami?” chiese Orlando, mente la porta si chiudeva alle spalle di Strike.
“Cormoran”.
“Che nome strano”.
“Eh, sì”Rispose l’investigatore. E per qualche motivo aggiunse: “E’ il nome di un gigante”.
Il Baco da seta, La Biblioteca di Repubblica- L’Espresso, 2015, pag. 191Strike aveva la fronte alta e sporgente, il naso largo e le sopracciglia folte di un giovane Beethoven che si era messo a praticare la boxe, impressione che l’occhio gonfio e quasi nero non faceva che aumentare. I capelli folti e ricci, elastici come delle molle, gli erano valsi un sacco di soprannomi quando era ragazzo, incluso “testa di pube”. Sembrava più vecchio dei suoi trentacinque anni.
Il richiamo del cuculo, La Biblioteca di Repubblica-L’Espresso, 2014, pag. 30Appariva esattamente qual era: un grosso ex pugile, che fumava troppo e mangiava troppo fast food. Aveva folte sopracciglia, un naso schiacciato e asimmetrico e, quando non sorrideva, un’espressione di profondo corruccio.
La via del male, La Biblioteca di Repubblica-L’Espresso, 2017, pag. 25Era l’indesiderato e illegittimo frutto della relazione tra una rockstar e una donna già descritta come una supergroupie, morta per overdose quando Strike aveva vent’anni.
La via del male, La Biblioteca di Repubblica-L’Espresso, 2017, pag. 38Polizia militare, investigazioni speciali, vero? Persino decorato. Non posso dire che il suo ufficio mi abbia fatto una grande impressione.
Il richiamo del cuculo, La Biblioteca di Repubblica-L’Espresso, 2014, pag.45Da allora, a parte una notte eccezionale, la vita amorosa di Strike era stata per sua stessa scelta un deserto. Il lavoro aveva riempito virtualmente ogni ora di veglia e lui aveva resistito con successo a tutte le avance, sottili o sfacciate che fossero, di donne simili alla sua cliente bruna, prossime divorziate, con grande disponibilità sia di tempo da ammazzare, che di solitudine da alleviare.
Il baco da seta, La Biblioteca di Repubblica-L’Espresso, 2015, pag.115Si erano trovati sotto il fuoco nemico sulla terra giallastra dell’Afghanistan. Strike non sapeva che cosa gli aveva fatto presagire l’esplosione imminente. Per quanto ne sapeva, il ragazzo che scappava lungo il ciglio della strada, insieme ad un altro più piccolo, che poteva essere il suo fratellino, poteva semplicemente essersi messo a correre per sfuggire alla sparatoria. In ogni caso, lui aveva gridato all’autista del Viking di frenare, cosa che questi non aveva fatto. Forse non lo aveva neppure sentito.
Il baco da seta, La Biblioteca di Repubblica-L’Espresso, 2015, pag. 160Sapeva solo di essere uno dei milioni di soldati, vivi e morti, le cui decisioni prese in una frazione di secondo, dettate tanto dall’istinto quanto dall’addestramento, avevano alterato per sempre il destino di altri uomini.
Il baco da seta, La Biblioteca di Repubblica-L’Espresso, 2015, pag. 221Ora era uno zoppo con la camicia sgualcita, che doveva scomodare vecchie amicizie per mercanteggiare con quegli stessi poliziotti che un tempo sarebbero stati felici di ricevere una sua Il richiamo del cuculo, La Biblioteca di Repubblica-L’Espresso, 2014, pag. 63
Si era tolta la protesi; era comodo stare lì in boxer, senza pressione sulla gamba mutilata e con il dolore al ginocchio soffocato da una dose doppia di antidolorifici. La pasta, non finita, si coagulava nel piatto, accanto a lui sul divano. Il cielo notturno fuori dalla finestrella era di un blu scuro vellutato. Strike era sveglissimo, ma immobile.
Il baco da seta, La Biblioteca di Repubblica-L’Espresso, 2015, pag. 479A Daniel Chard non sarebbe piaciuta la minuscola mansarda in affitto in Denmark Street, pensò Strike, a meno che non trovasse un certo fascino primitivo nel design del vecchio tostapane o della lampada da tavolo. Ma aveva i suoi pregi, per un uomo con una gamba sola.
Il baco da seta, La Biblioteca di Repubblica-L’Espresso, 2015, pag. 331Cormoran Strike era già stato al centro della cronaca. Aveva risolto due casi di omicidio, alla faccia dei poliziotti del Met, due casi che avevano affascinato il pubblico, anche se nessun detective privato ne fosse venuto a capo.
La via del male, La Biblioteca di Repubblica-L’Espresso, 2017, pag. 47
Autrice:
JOANNE ROWLING
Nasce nel 1965 nel sud-ovest dell’Inghilterra. Dopo gli studi universitari nell’Università di Exeter, si trasferisce a Londra, dove lavora come ricercatrice e segretaria per Amnesty International. In questo periodo inizia a scrivere la saga di Harry Potter, senza però pubblicarla. Si trasferisce in Portogallo per insegnare inglese e lì conosce e sposa il giornalista Jorge Arantes, da cui ha una figlia. Nel 1993 si separa dal marito e con la figlia si trasferisce ad Edimburgo, vivendo un periodo di profonda depressione, senza risorse nè un lavoro. Nel 1997 riesce a pubblicare Harry Potter e la pietra filosofale a cui seguono altri sei romanzi della stessa serie, ottenendo un immenso successo di critica e di pubblico, anche internazionale e diventando una delle più autorevoli scrittrici inglesi nonché una delle persone più ricche del Regno Unito. Con lo pseudonimo di Robert Galbraith nel 2012 pubblica il primo di una serie di romanzi polizieschi con protagonista il detective privato Cormoran Strike. Alla produzione letteraria affianca una intensa attività filantropica e sociale contro la povertà, per la difesa dei diritti, per la ricerca scientifica, soprattutto contro la sclerosi multipla, malattia di cui era morta la madre.
Bibliografia consultata:
The cuckoo’s calling, 2013 (Il richiamo del cuculo, La Biblioteca di Repubblica-L’Espresso, Roma, 2014)
The Silkworm, 2014 (Il baco da seta, La Biblioteca di repubblica-L’Espresso, Roma, 2015)
Career of Evil, 2015 (La via del male, La Biblioteca di Repubblica -L’Espresso, Roma, 2017)
Grazie, come sempre, per le tue ‘dritte’ nella mondo letterario, specialmente quello poliziesco che mi intriga in maniera particolare.