- Le parole sono in ordine alfabetico. E’ il modo con cui si presentano vocabolari, soggettari, glossari e quant’altro. E’ il modo più comodo per chi compila e per chi vuole effettuare una ricerca semplice, per un chiarimento immediato su un solo tema o un singolo aspetto. Non è assolutamente funzionale per cogliere la complessità di una problematica e la dinamica di un processo culturale o tecnico. Per questo le parole andrebbero collegate tra loro, per rendere leggibili le affinità e le interdipendenze. Ad esempio, a mio parere, il concetto di “aziendalizzazione” va correlato a quello di “governo clinico” o, altro esempio, i termini “aspettativa”, “bisogno” e “domanda di salute” vanno considerati come un insieme per sciogliere il nodo dell’“offerta sanitaria”. Si potrebbe provvedere con la correlazione orizzontale verticale di tutti, o quasi tutti, i termini.
- Ad ogni parola corrisponde un testo che preveda al suo interno una parte, non esplicitamente denominata, che è la definizione vera e propria ed un’altra parte che è il commento. La definizione può essere il più possibile oggettiva, cioè riferita a criteri condivisi e condivisibili, mentre il commento è (anche volutamente) arbitrario, cioè elaborato sulla base d’inevitabili opzioni politiche.
- Ogni termine, nel limite del possibile, è in italiano, per garantire non solo piena fruibilità, ma anche per cogliere (ed apprezzare) l’evoluzione linguistica della cultura sanitaria italiana. Anche nel caso di un termine inglese o in altra lingua, è stata preferita, qualora esista in forma credibile e condivisa, la sua traduzione, riportando comunque la versione originale. Questa scelta è anche la risultante obbligata dell’aver fatto ricorso ad una bibliografia tutta in lingua italiana.
- A tutt’oggi l’elenco comprende 105 termini con definizione, anche se in molti casi non esaustiva. Il lavoro è così evidentemente incompleto e sicuramente datato. Ma forse è una base di discussione e confronto.
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