Si definisce appropriato un intervento o procedura o prestazione sanitaria quando i benefici attesi in termini di salute-benessere (aspettativa di vita, riduzione del dolore, riduzione di uno stato ansioso, migliorata capacità funzionale etc.) eccedono, con un margine di probabilità sufficientemente ampio, le conseguenze negative dell’intervento stesso (mortalità, morbilità, ansia da anticipazione diagnostica, perdita di giornate lavorative etc.)
Il termine è stato introdotto ufficialmente nella politica sanitaria con il Piano Sanitario Nazionale 1998-2000 del ministro Bindi.
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