Un uomo

Un uomo che non tanto era magro quanto scarno, con dei capelli neri diritti, scabri come la coda di un cavallo, e zigomi alti da indiano, occhi duri, pallidi e fermi, il naso lungo del pensiero, ma le narici un po’ ricurve dell’orgoglio e le labbra sottili dell’ambizione contenuta e spietata. Era un viso forense, un viso d’incrollabile convinzione nella potenza delle parole come qualcosa per cui varrebbe la pena di morire se necessario. Un migliaio d’anni prima sarebbe stato il viso di un monaco, di un fanatico militante che avrebbe voltato al mondo con autentica gioia la sua schiena intransigente e preso la via del deserto, per trascorrervi il resto dei suoi giorni e delle sue notti in calma e senza il dubbio di un istante, lottando non per salvare l’umanità della quale nulla gli sarebbe importato e per le cui sofferenze avrebbe avuto soltanto disprezzo, ma contro i suoi propri selvaggi e implacabili appetiti.

 

William Faulkner, Il Borgo, Mondadori, 1966, pag. 125

 

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