Trockij arrivò con un treno, il famoso treno che percorreva il fronte da quel giorno dell’anno precedente in cui i suoi meccanici, il personale di servizio, le dattilografe e i collaboratori dello stato maggiore, con Trockij, Ivan Smirnov e Rosengolts, avevano raddrizzato presso Kazan’ una situazione disperata vincendo la battaglia di Svjaisk. Il treno del presidente del Consiglio rivoluzionario di guerra portava delle belle automobili, dei servizi di collegamento, un tribunale, una stamperia di propaganda, delle squadre sanitarie, degli specialisti (del genio, dei rifornimenti, della battaglia nelle strade, di artiglieria), tutti selezionati dal combattimento, tutti pieni di fiducia in se stessi, tutti legati gli uni agli altri da amicizia e fiducia, tutti mantenuti dal capo che ammiravano in una stretta disciplina di energie, tutti vestiti di cuoio nero, la stella rossa sul chepì, spirando vigore in ogni poro. Era un nucleo di organizzatori decisi, ben provvisti di mezzi, che si gettavano dove il pericolo lo richiedeva.
Victor Serge, Memorie di un rivoluzionario, Edizioni e/o, 2001, pag. 116
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