Addormentarsi come un uccello, avere un’ala da chinarci sotto il capo, un mondo di frasche sospese sopra il mondo terrestre, che appena s’indovina laggiù, attutito e remoto. Basta cominciare a non accettare il proprio stato presente e chissamai dove s’arriva.
Italo Calvino, Marcovaldo ovvero Le stagioni in città, Mondadori, 1994, pag.12
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