Essi sono provvisoriamente cittadini di una città dove si è discusso sulle idee forse più che in qualsiasi altra.
Marguerite Yourcenar, Care memorie, Einaudi, 1981, pag. 143
Per Parigi non ci sarà mai fine e i ricordi di chi ci ha vissuto differiscono tutti gli uni dagli altri. Si finiva sempre per tornarci, a Parigi, chiunque fossimo, comunque essa fosse cambiata o quali che fossero le difficoltà, o la facilità con la quale si poteva raggiungerla. Parigi ne valeva sempre la pena e qualsiasi dono tu le portassi ne ricevevi qualcosa in cambio. Ma questa era la Parigi dei bei tempi andati, quando eravamo molto poveri e molto felici.
Ernest Hemingway, Festa mobile, Mondadori, Milano, 1964, pag. 218
Le botteghe sembravano orti…Le terrazze dei caffè fiorivano di tavoli rotondi dalle gambe sottili, e i camerieri avevano l’aspetto di giardinieri, e quando versavano il caffè e il latte pareva annaffiassero delle bianche aiuole. Lungo i margini c’erano alberi e chioschi, pareva che gli alberi vendessero giornali.
Leonardo Sciascia, Candido ovvero Un sogno fatto in Sicilia, Einaudi, 1977, pag. 122
Nessuno che in Parigi voglia vivere sarà deluso.
Klaus Mann, La svolta Storia di una vita, Il Saggiatore, Milano, 1988, pag. 136
Quando si destò, i tetti dell’Ile-de-France, cominciavano a fumare le fette di pane preparate da Chardin, da Matisse con le loro tazze bianche schizzate d’azzurro o di rosso e da Lèger con i loro camini come pantaloni da tipografo messi ad asciugare.
Josè Lezama Lima, Oppiano Licario, Editori Riuniti, 1981, pag.101
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