Toledo era invasa dai mendicanti, ne era pavimentata. Costoro inventavano Napoli con una forza vittorughiana. C’era l’accattonaggio mobile, esercitato da poveracci che vi pedinavano dovunque e che grondavano di lacrime e di cenci, ma c’era soprattutto l’accattonaggio stabile, gruppi scultorei sul marciapiede composti di intere famiglie, monumenti alla miseria che vi angustiavano e di cui non potevate tuttavia non valutare l’arte, la disperata bellezza.
Giuseppe Marotta, San Gennaro non dice mai di no, Avagliano, 1995, pp.26-27
Napoli soggiaceva a un’epilessia di commercio, Napoli vendeva vendeva vendeva anche se nessuno comprava.
Giuseppe Marotta, San Gennaro non dice mai di no, Avagliano, 1995, pag.29
E che altro Napoli nel bene e nel male, nella ragione e nel torto, nel vero e nel falso, se non tutta una sfortunata, poco nota, lunga, mesta e rassegnata bravura?
Giuseppe Marotta, San Gennaro non dice mai di no, Avagliano, 1995, pag. 57
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