Era l’anno 1971 e soffiavano venti procellosi per un battello di carta. Non c’erano ricchi armatori o mecenati indigeni né i sovrani di Spagna o l’imperatore della Cina disposti a sovvenzionare una navigazione programmata su carte nautiche del 1848. Ma facevo affidamento su maree favorevoli che ci avrebbero sospinto verso nuovi orizzonti.
Mi sbagliavo come sempre. Le maree rifluirono e l’orizzonte si fece plumbeo in senso proprio. Il battello non prenderà mai il largo, costeggerà per migliaia di miglia, non troverà porti accoglienti e finirà col perdere la bussola.
Luigi Pintor, La signora Kirschgessner, Bollati Boringhieri, 1998, pp. 125-126
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