Jugoslavia

Se la Slovenia oggi è il più autentico paesaggio asburgico, la Jugoslavia – e per essa la sua capitale, che ne tiene in bilico il difficile e centrifugo equilibrio – è l’erede dell’aquila bicipite, del suo stato sovranazionale e composito, della sua funzione intermedia e mediatrice tra Est ed Ovest, fra mondi e blocchi politici diversi e contrapposti. La Jugoslavia è uno stato realmente plurinazionale ossia è costituito da una plurinazionalità irriducibile a una dimensione univoca o predominante; come il termine “austriaco”, forse anche quello “jugoslavo” è musilianamente immaginario, indica la forza astratta di un’idea anziché l’accidentale concretezza di una realtà ed è il risultato di una sottrazione, è l’elemento che rimane una volta tolte le singole nazionalità, comune ad ognuna di esse e non identico a nessuna.

Claudio Magris, Danubio, Garzanti, 1988, pag.391

 

   A somiglianza di quello asburgico, il mosaico jugoslavo oggi insieme imponente e precario, esercita un ruolo assai rilevante nella politica internazionale ed è teso ad arginare e a elidere le proprie interne spinte dissolutrici; la sua solidità è necessaria all’equilibrio europeo e la sua eventuale disgregazione sarebbe rovinosa per quest’ultimo, come quella della duplice monarchia lo è stata per il mondo di ieri.

 

Claudio Magris, Danubio, Garzanti, 1988, pp. 391-392

 

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