Guerra, sì: il tempo in cui il sangue viene spremuto; guerra: la collera possente del ferro, quel tempo in cui i panzer uccidono la landa con morsi indifferenti; guerra: l’avventura tragicomica in cui si impelagano gli uomini punti dalla follia, i giorni in cui comprensione e pazienza diventano rare perché hanno tutti un cronometro che corre – e nessuno conosce i sinistri cronometristi – guerra, guerra, guerra: vetro fracassato del cuore, marea sigiziale del succo rosso, cortocircuito della nostalgia. Guerra! Chi sei, tu? Tu carta assorbente per il sonno! Tu che ci investi con l’alito acre della miseria.
Siegfried Lenz, Il disertore, Neri Pozza, 2017, pp 119-120
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