E ora stavano assistendo alla tortura. “Questo non deve accadere ad un uomo” pensò; e che non sarebbe più accaduto nel mondo illuminato dalla ragione. (E la disperazione avrebbe accompagnato le sue ultime ore di vita se soltanto avesse avuto il presentimento che in quell’avvenire che vedeva luminoso popoli interi si sarebbero votati a torturarne altri; che uomini pieni di cultura e di musica, esemplari nell’amore familiare e rispettosi degli animali, avrebbero distrutto milioni di altri esseri umani: con implacabile metodo, con efferata scienza della tortura; e che persino i più diretti eredi della ragione avrebbero riportato la questione nel mondo: e non più come elemento di diritto, quale almeno era nel momento in cui lui la subiva, ma addirittura come elemento dell’esistenza).
Leonardo Sciascia, Il Consiglio d’Egitto, Einaudi, 1973, pp.177-178
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