I primi che andarono in Cina negli anni cinquanta raccontavano d’una grande povertà, d’un popolo immenso, paziente e sapiente, lontano dalla macerazione dell’anima slava, che pareva nato per stare in collettivo e recuperare in quella sua rivoluzione tutta la sua storia, leggende e fantasmi inclusi.
Rossana Rossanda, La ragazza del secolo scorso, Einaudi, 2005, pag.151
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