Il quartiere, con la caserma dei vigili del fuoco, gli alberi ubiqui, le strade che luccicavano sotto il sole, i prati e i piccoli portici su cui un bambino in bicicletta lanciava il giornale del pomeriggio, i segnali luminosi che suonavano davanti ai binari deserti della ferrovia, era un’escursione nell’America a cui forse tutti noi pensavamo con nostalgia, un paese sicuro tra due oceani e soddisfatto delle ambizioni della sua classe media, un paese che in qualche modo avrei sempre identificato con un’epoca in cui una partita di baseball di una squadra di provincia o un programma radiofonico la sera erano considerati piaceri speciali.
James Lee Burke, La ballata di Jolie Blon, Meridiano zero, 2005, pp 230-231
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