26 gennaio 2016 Ogni uomo è solo al centro della terra ed è subito sera

Accanto a chi crede esistono altri che vivono praticando altre scelte. Accanto, non altrove, in un’altra parte del mondo. Insieme, al lavoro, a scuola, nei tribunali, negli ospedali, nei ristoranti, nelle strade, nelle piazze. Questa convivenza è ovunque, in Italia e in molti altri paesi. Deve essere non solo tollerata, ma anche garantita, tutelata, protetta. Per questo sono necessarie leggi, profili giuridici, garanzie normative che impediscano discriminazioni tra chi costruisce la propria vita e concepisce i rapporti con gli altri sulla base di convinzioni e precetti religiosi e chi fa riferimento ad altri valori, ad altre convinzioni, che si basano sulla contingenza e sulla relatività dell’esistenza su questa terra, e non sono in grado o non vogliono trovare giustificazioni o legittimità extraterrene.

E’ difficile, forse impossibile, per chi vive nella certezza dell’assoluto, per chi identifica la natura umana come frutto del disegno divino e non come risultato di lunghi processi biologici e culturali, accettare questa diversità e favorirne la convivenza.

Ogni uomo è solo al centro della terra (ed è subito sera), ma molti reagiscono alla fragilità e futilità della condizione umana con l’amore e l’amicizia, con la ragione, con la solidarietà. Vivono i propri sentimenti senza pregiudizi omofobi o razzisti, fanno della pratica del dubbio un libero esercizio della mente, chiedono una solidarietà voluta da tutta la società e non solo dai singoli individui. Vogliono che i loro affetti siano rispettati e tutelati anche se non sono sposati in chiesa o civilmente, o se hanno lo stesso sesso, chiedono che le “loro” famiglie, l’insieme cioè delle persone che condividono affetti e affinità, non siano ignorate dalla legge, non siano condannate, né emarginate, né private di sostegno sociale, come tutte le “altre” famiglie. I loro figli sono legittimi, non perché li riconosce una pratica burocratica, ma perché c’è nei loro confronti un legame affettivo, che è criminale banalizzare o sminuire.

Se l’uomo è al centro della terra, la persona è la sua rappresentazione sociale, non la legge, non il denaro, non il mercato, non la tradizione, non la religione. Allora non esistono i divorziati ma le persone divorziate, non esistono gli omosessuali o le lesbiche ma le persone omosessuali o le persone lesbiche, non esistono i single ma le persone single, non esistono i conviventi ma le persone che vivono insieme. Una persona non è identificabile in un singolo aspetto della sua vita, in una sola delle sue tante scelte, in una parte del suo essere, deve essere accettata nella sua complessità, lasciata libera di vivere la propria esistenza e aiutata, nel caso di una sua necessità.

In Italia siamo ancora ai Family Day, come ai tempi dei Pacs nel 2002, dei Dico del governo Prodi del 2007. La politica italiana si divide questa volta sulla stepchild adoption, è imbarazzata e reticente rispetto ad una moderata svolta legislativa, è in grande ritardo rispetto ad una società che pratica largamente stili di vita laici e aperti e che è consapevole, come ai tempi dei referendum su divorzio e aborto, di diritti e doveri legati alla dimensione affettiva.

Sarebbe tragico che il buio della sera avvolgesse il nostro paese.

26 gennaio 2016

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