21 agosto 2015 Cronaca di un giorno di agosto

Abbandonato lo zapping televisivo, insignificante sul piano informativo, banale e superficiale nei commenti giornalistici, indisponente per l’arroganza e la virulenza degli attori/autori, mi dedico a quello informatico, entrando nei siti di Il Fatto Quotidiano, La Repubblica, La Stampa, Il Manifesto, nella speranza (o illusione) di gestire tempi e modi della mia esposizione mediatica.

E’ una giornata di fine agosto, è ancora tempo di ferie, di vacanze, di riposo più o meno meritato, dove tutto sembra rallentato, nonostante l’allentamento della morsa del caldo.

Sullo schermo del computer scorre al contrario una sorta di  “bollettino di guerra”, inquietante per il concentrato di errori e orrori, per il tasso di disumanità e violenza, per la perdita di senso di valori considerati universali.

Il terrorismo non sembra avere ostacoli, con una strage a Bangkok e in Nigeria, una tentata strage  al Cairo, la decapitazione dell’archeologo siriano a Palmira. L’Isis sembra invincibile, sempre più forte in Siria e Irak, in crescita in Libia, tollerata ai confini di vere potenze militari quali la Turchia e Israele, le cui offensive sono dirette contro i cosiddetti nemici interni, mentre l’Europa e Stati Uniti sembrano preoccupati solo di destabilizzare il regime di Assad e di garantirsi affari e profitti in Medio Oriente. In Africa i miliziani di Boko Aram, stimati a circa quattromila unità, non dovrebbero avere piena libertà di azione, se l’esercito nigeriano, forte di ottantamila soldati, non fosse sottopagato, demotivato, corrotto.

Ed è la corruzione a dominare le pagine virtuali: il funerale show del “Re di Roma”, con tanto di carrozza con cavalli e pennacchi, elicottero e note del Padrino, nella chiesa che fu negata al rito funebre di Piergiorgio Welby, fa capire che il sistema mafioso è ormai parte integrante dell’intero assetto politico ed economico italiano, al pari del rinvio a giudizio di ben cinquantanove fra politici e amministratori coinvolti nell’indagine di Mafia Capitale. Del resto il campionato di calcio più bello del mondo si rivela anche il più corrotto, con la retrocessione e penalizzazioni per illeciti sportivi delle squadre di Catania, Savona e Teramo. Ed è il risultato della corruzione, sotto forma del caporalato e del mercato illecito delle braccia, la morte della bracciante in Puglia, punta dell’iceberg di un mondo di malaffare, sfruttamento, di illegalità mai represso né contrastato, sempre tollerato, perché pronto a pagare tangenti e a garantire favori.

Tolleranza zero invece nei confronti delle migliaia di profughi che fuggono dalle guerre, dalle carestie, dalle pulizie etniche. Un altro muro viene alzato contro di loro, al confine macedone con la Grecia. E’ l’ennesimo dopo quello ungherese e quelli a Ventimiglia e Calais. L’Europa a pezzi sul piano politico e disastrata sul piano economico ritrova la sua unità solo come fortezza assediata, inventandosi una minaccia esterna e demonizzando l’extracomunitario come un nemico.

In ultimo le dimissioni di Tsipras. E’ la fine annunciata di una esperienza che sembrava avere la forza e la credibilità di cambiare la Grecia e l’Europa. Quello che succederà ora non è dato sapere, tutto sembra legato alle imminenti elezioni anticipate, ma ogni esito elettorale è il risultato di una azione politica incisiva, non tanto sul piano istituzionale, ma su quello sociale e culturale. Qui tutto sembra ricominciare da capo. Un lavoro di mesi, di anni, di ricomposizione di un blocco sociale, riannodando rapporti e solidarietà distrutti dall’austerità, di elaborazione di una diversa cultura politica, di emancipazione da schemi ideologici vecchi e inadeguati, sembra azzerato. C’è da augurarsi che non sia così, ma l’ondata di privatizzazioni che si sta abbattendo sulla Grecia sta rivelando come l’accordo sia a sfavore della sua sovranità e a favore dell’egemonia tedesca, che per ora si limita a conquistare la gestione di quattordici aeroporti ellenici.

Questo è il palinsesto di una giornata. Non ho aggiunto nulla, semmai ho tolto qualcosa, per non dare adito all’ accusa di pessimismo che mi perseguita (giustamente).

Verrebbe da dire, come Totò,  come si fa a non buttarsi a sinistra. Ma dov’è la sinistra?

21 agosto 2015

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*