8 gennaio 2015 Fuga dalla libertà

La libertà, che viene predicata e praticata in Europa e nel mondo occidentale, fatta di  libertà di pensiero e di religione, di libertà di associazione e di espressione, di libertà di commercio e di movimento, di libertà di voto e di manifestazione, non esercita nessuna attrattiva né interesse nelle masse diseredate dell’Africa, del Medio e dell’Estremo Oriente, oggi facili preda dell’estremismo islamico, che si presenta loro come la religione del riscatto, dell’emancipazione e della vendetta. Per esse e per coloro che si assurgono a capi, interpreti, testimoni, messaggeri di questa emarginazione globale, non è un valore e, non essendolo, non può essere fondante di un processo di convivenza sociale quale la democrazia.

La libertà in Europa è nata non da sola, ma coniugata strettamente con la eguaglianza e con la solidarietà. Da lì la sua forza, la sua credibilità, il suo diventare un valore universale, la base di una società di liberi e uguali e fratelli. A partire dalla Rivoluzione Francese, che ne fece le sue parole d’ordine, nessuna rivendicazione sociale rinunciò alla libertà ma neanche all’uguaglianza e alla solidarietà, fino a tracimare nelle Costituzioni di molti paesi, nei trattati internazionali, negli accordi tra stati, nelle leggi e nei codici di quasi tutto il mondo.

Oggi la libertà è disperatamente sola, predicata e praticata senza nessun legame con la uguaglianza e la solidarietà sociale, da cui si allontana in maniera quasi irreparabile, separazione prodotta e alimentata da una crisi finanziaria, economica e sociale gravissima e interminabile.

Non sembra esserci fine alle sempre più grandi diseguaglianze, all’umiliazione del mondo del lavoro, al dissennato sfruttamento della natura e dei beni comuni, alla gestione del potere sempre più monopolizzato da una minoranza di speculatori globali, ad una politica di austerità che provoca ulteriore impoverimento e degrado.

In questo contesto la libertà perde di senso, appare un simulacro, una pratica vuota per chi l’ha voluta e difesa in due secoli di rivolte, di lotte, di guerre, ma anche di conquiste, di emancipazioni, di nuovi statuti. E per chi ne è stato storicamente fuori, da sempre ai margini del mondo occidentale oggi può apparire un inganno, un ulteriore inganno dopo il colonialismo e il post colonialismo.

E allora la si disprezza, la si umilia, la si nega, in tutti i modi e le forme possibili, fino al massacro dei propri compagni di fede, all’uccisione di innocenti, alla coercizione dei più deboli, all’eliminazione di tutele elementari, al predominio del terrore sulla ragione e sul diritto. Non solo nelle terre nigeriane, maliane, sudanesi, algerine, siriane, irachene, afgane ma anche negli USA, in Spagna, in Inghilterra, in Francia.

L’Europa e l’occidente hanno seminato vento ed ora raccolgono tempesta.

8 gennaio 2015

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