Ospedale Policlinico

Il 20 settembre 1910 vennero ufficialmente inaugurati i lavori del Policlinico di Monteluce, alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri nonché Ministro degli Interni, Luigi Luzzatto, di Cesare Fani, Ministro di Grazia e Giustizia e dei Culti, delle rappresentanze della Provincia, del Comune di Perugia, delle Opere Pie, delle Associazioni e dei Sodalizi cittadini, nonché dei progettisti Domingo Tabbè e Riccardo Hanpt.

Una iscrizione venne murata sotto la pietra inaugurale dei lavori con il seguente testo:

Oggi XIV Settembre MCMX/ ricorrendo il cinquantesimo anni/versario della liberazione di Peru/gia dal dominio dei pontefici e/della sua unione al Regno Nazionale di VITTORIO/ EMANUELE II viene posata questa prima/pietra del nuovo OSPEDALE che la Congre/gazione di Carità vuole eretto col genero/so contributo del Patrio Municipio, del Soda/lizio di S.Martino, dei Nobili Collegi della Mercanzia e del Cambio e coll’aiuto di al/tri Istituti cittadini a sollievo dei sofferen/ti, a beneficio dei poveri, a documento di civile progresso e vuole intitolato alla data memo/randa del XIV SETTEMBRE MDCCCLX in attestazione di animo grato ai magnani/mi che quel giorno affrettarono con l’opera, col consiglio, col sacrificio e a promessa che PERUGIA manterrà inviolato il sacro re/taggio della LIBERTA’

Prima del completamento della strutturazione, avvenuta nel 1938, la denominazione ufficiale del Policlinico di Monteluce era ancora Ospedale Policlinico XIV settembre 1860, come testimoniato anche da una vecchia fotografia del complesso di Monteluce e tale era ancora nel 1947.

Al momento del trasferimento dell’Ospedale a Sant’Andrea delle Fratte il nosocomio venne intitolato  ad uno scienziato che, in campo sanitario ma anche in quello politico, aveva lasciato un segno significativo: Raffaello Silvestrini. (1)

La denominazione attuale dell’Ospedale di Perugia “Santa Maria della Misericordia” è stata successivamente una aperta sconfessione e una marginalizzazione di un pensiero e di una filosofia.

Si è voluto rivendicare la continuità con la istituzione (e con la ispirazione) da cui aveva origine l’assistenza sanitaria a Perugia, senza tener conto che invece con tutto quello andava operata una discontinuità, perché gli ospedali di oggi rappresentano non il frutto della pietas e della pubblica beneficenza, lo sforzo della buona volontà e della commiserazione, ma appartengono ormai a pieno titolo alla stagione dei diritti e sono uno degli aspetti applicativi dei concetti di libertà, fratellanza e uguaglianza.

Intitolare un ospedale a un medico, a uno scienziato, ad un amministratore sanitario aveva inoltre rappresentato la volontà di esaltare la componente scientifica e tecnica che oggi deve avere un suo pieno riconoscimento e una ampia responsabilità nella sanità pubblica (vedi governo clinico), così come l’antica dizione di  Ospedale Civile XIV settembre, voleva significare che l’assistenza sanitaria e la cura dei malati era ormai a pieno titolo una res publica.

(1) Una  leggenda metropolitana gli attribuisce un ruolo rilevante durante la Seconda guerra mondiale nella trattativa tra la massoneria perugina e le logge presenti nei reggimenti dell’esercito inglese, per far coincidere la liberazione di Perugia dal nazifascismo nel 1944 con l’insurrezione risorgimentale del XX giugno 1859.

1 Commento

  1. Scrivo qui perché qualcosa devo a Monteluce, quartiere perugino che ho dentro le viscere, ricordo indelebile di quella Via Cialdini 11 che ora so di avere amato tanto. Devo la fanciullezza spensierata, l’adolescenza travagliata ed infine la giovinezza, io cambiavo il quartiere cambiava ed ora siamo due realtà diverse che però ancora si riconoscono a prima vista. Perché come si modifica e cresce una vita, si modifica e cresce un quartiere della tua città, basta ricordarsi sempre chi eravamo in quel contesto e quell’angolo di serenità sarà sempre li illuminato dal sole.

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