26 febbraio 2001 Centro Storico

ACROPOLI

OBIETTIVI GENERALI

  1. Accessibilità

     L’insieme delle regole che disciplinano l’acceso veicolare all’Acropoli va confermato, con una rivisitazione delle modalità di rilascio dei permessi grazie al nuovo regolamento ZTL e con la sistematicità dei controlli diurni e notturni in seguito all’attivazione del futuro sistema elettronico (SITU).

Il sistema dei parcheggi a corona intorno all’Acropoli, la frequenza degli arrivi degli autobus nei due capolinea di Piazza Italia e Piazza Cavallotti (633 bus ogni 19 ore al giorno) nonché il sistema delle scale mobili e degli ascensori (9 milioni di utenti annuali) fanno dell’Acropoli un’area largamente accessibile con il mezzo pubblico, in modo da rendere pienamente credibile e governabile l’accesso veicolare senza limiti tutti i pomeriggi della settimana. Solo al momento dell’arrivo del minimetrò con la stazione del Pincetto si creeranno le possibilità per una rivisitazione generale delle regole di accesso all’Acropoli.

  1. Piena fruibilità degli spazi urbani, sociali, culturali

Di fatto l’Acropoli (e non solo) non è pienamente fruibile da parte di quei cittadini e di quei visitatori che oggi la vogliano frequentare liberamente, senza eccessivi vincoli di movimento, di contemplazione, di aggregazione, dovendo fare i conti, da una parte, con la presenza di auto private che attraversano e sostano nel centro storico, in misura ancora eccessiva e ridondante, nonostante le regole e le norme che la regolamentano. Dall’altra un evidente limite è l’occupazione del suolo pubblico da parte di attività commerciali che, non solo durante manifestazioni eccezionali e di grande frequentazione di massa o durante iniziative regolamentate da calendari, ma con ordinaria sistematicità hanno la possibilità di esporre tavoli e tavolini, seggiole e poltroncine, piattaforme e ombrelloni, anche oltre l’orario commerciale, essendo le vie e le piazze dell’Acropoli anche il loro rimessaggio notturno (e diurno).

  1. Ampia vivibilità in quanto a sicurezza della persona, rispetto dei beni pubblici e privati, praticabilità di tempi e orari della città definiti e condivisi.

Tutta la città e l’Acropoli in particolare devono garantire ai cittadini residenti  e non e ai suoi visitatori il pieno rispetto delle norme che regolamentano la vita  urbana, da quelle che riguardano la circolazione e la sosta veicolare, agli orari delle attività commerciali, culturali e ricreative, a quelle che definiscono i comportamenti individuali e collettivi nel senso dell’igiene, dell’ordine pubblico, del rispetto degli altri, fino a quelle che tutelano i beni pubblici, i monumenti, i beni artistici, gli arredi urbani, le strutture e le infrastrutture civili, ma anche le residenze private, le attività commerciali ed artigianali, le offerte di beni e servizi.

Se le norme sin qui individuate fossero incomprensibili e impraticabili, vanno riviste, ma, una volta ridefinite concordemente, vanno rispettate e fatte rispettare, senza fiscalismi ossessivi ma neanche con incostanza e lassismo.

  1. Alta qualità dell’arredo e delle infrastrutture urbane

L’Acropoli ha già una buona qualità dell’arredo e delle infrastrutture urbane, di cui si deve garantire la salvaguardia tramite una manutenzione attenta. Vanno però anche inseriti nuovi elementi che la rendano maggiormente comprensibile, fruibile, praticabile ed accessibile.

Manca, ad esempio, un’adeguata e sobria cartellonistica turistica, culturale e commerciale, a fronte della presenza non sempre consona di quella legata al codice della strada, peraltro obbligatoria, così come va data definitiva sistemazione a molte sedi stradali, da alcune vie regali a molte strade minori, a vicoli e piazze.

Così va garantita pulizia e decoro delle mura urbiche etrusche e medievali e la piena fruibilità di significative aree verdi quali il Campaccio o Santa Margherita.

In questo quadro, con tutte le verifiche possibili, senza creare discriminazioni tra cittadini, vanno comunque controllate e monitorate le modalità di smaltimento e raccolta dei rifiuti solidi urbani, in quanto, in una realtà urbana caratterizzata da spazi ristretti e tutti ad alto valore artistico, mal si concilia l’ uso incivile dei contenitori, in particolare le cosidette “parigine”. La raccolta differenziata e l’utilizzo razionale e regolamentato dei contenitori rappresentano gli unici modi per ridimensionare la quantità dei rifiuti o comunque per organizzare una diversa forma, nei tempi e nei modi, del loro smaltimento.

Sempre in questo quadro va valutata l’opportunità della presenza, nelle quantità attuali, dei piccioni e di altri volatili, che sono sicuramente fonte di inquinamento e di danneggiamento dei monumenti e fonti di rischio per la salute pubblica.

  1. Consolidamento e allargamento degli spazi di socialità e di aggregazione.  

La desertificazione sociale dell’Acropoli e di tutto il Centro Storico è sotto gli occhi di tutti. Nel mentre vanno individuate e praticate politiche e strategie per favorire nuove residenzialità, vanno valorizzate tutte le occasioni per il pieno utilizzo sociale di ampi spazi, o dismessi o in perdita progressiva di funzioni.

Esemplari sono in questo il Mercato Coperto e l’ex Ospedale Fatebenefratelli,  per i quali va accelerata la progettazione per il loro recupero e per la loro riqualificazione, per farne centri dove coesistano, si rafforzino, si potenzino a vicenda la  cultura, l’aggregazione sociale, l’offerta di beni e servizi e la stessa politica.

Parallelamente va favorita la nascita e la sopravvivenza di reti minori di spazi artigianali, commerciali, culturali che siano di fatto anche punti di aggregazione sociale, che affianchino quelle tradizionali esistenti, e che magari si caratterizzino per un’offerta di specifiche qualità, non necessariamente legate ad una logica solo mercantile ma per dare spazio a scambi cosiddetti “uguali e  solidali” e per soddisfare anche una domanda motivata culturalmente.

  1. Recupero e riqualificazione di grandi contenitori urbani.

Mercato Coperto

Ex Fatebenefratelli

Carcere di Piazza Partigiani

Complesso  Lilli

Ex conservatorio Morlacchi

San Francesco al prato.

 

AMBITI DI INTERVENTO E OBIETTIVI SPECIFICI  

A.1 Corso Vannucci, Piazza IV novembre, Piazza della Repubblica

Questo insieme rappresenta l’area pedonale più significativa della città e come tale va salvaguardata e tutelata, limitando al minimo indispensabile un utilizzo che non sia quello pedonale. Riguardo al traffico veicolare che ancora vi insiste va sottoposto a controllo sistematico la presenza dei veicoli destinati al carico scarico delle merci, per impedire che tale presenza si prolunghi oltre l’orario consentito, valutando anche la possibilità di un’anticipazione dell’orario di interdizione a tale traffico in Corso Vannucci. E’ inoltre maturo un progetto che punti a limitare drasticamente il traffico merci in questa parte della città, ma in tutta l’acropoli, tramite la individuazione di un sito, alla base della collina, che sia luogo non tanto di stoccaggio, quanto di deposito temporaneo e di smistamento merci, per la loro distribuzione con pochissimi mezzi e a motore ecologico, a questo punto anche senza limite di orario.

Va inoltre verificata la regolarità e la congruità della presenza di tavolini e ombrelloni sulla base dell’attuale regolamento, prendendo in considerazione anche la possibilità di rivedere tali norme, più congrue a definire una tale presenza, che risulta ormai quasi totalmente invasiva, se non in Corso Vannucci, sicuramente in alcune vie laterali ad esso.

Analogamente va meglio regolamentato e controllato l’inserimento della cartellonistica pubblicitaria che non sempre si concilia con la tipologia e le caratteristiche del luogo, anche in occasione di eventi particolari e di grande richiamo di massa.

A.2 Piazza Matteotti

L’attuale piazza era ridotta, fino a non molto tempo fa, a percorso di attraversamento veicolare, a bus terminal, a parcheggio automobilistico, di fatto negata alle  sue  funzioni  tradizionali  di  “agorà”. Alcuni recenti provvedimenti hanno di fatto attenuato questa deformazione ma è necessaria una rilettura complessiva. Tale percorso potrebbe essere avviato dalla ricollocazione, nella sua sede originaria all’estremità occidentale della piazza, della fontana oggi collocata nei giardini di Sant’Ercolano. Su questo nuovo perno si potrebbe lavorare per regimentare il traffico veicolare, allargare al massimo la pedonalizzazione, ridimensionare il parcheggio alla sola sosta per il carico e scarico merci, valorizzando conseguentemente anche l’attività commerciale esistente. Tale rilettura deve tener conto dei lavori di riqualificazione di Via Oberdan e delle prevista stazione del Minimetrò al Pincetto. La recente pavimentazione di Via Fani impone anche una sua definizione in parte come spazio totalmente pedonale attraverso interventi di arredo urbano e in parte come zona di sosta  per i soli taxi e per auto di pubblica utilità nonché come zona di deflusso del carico scarico merci, il tutto regolamentato da un pilomat collocato all’altezza dello sbocco in Piazza Matteotti, abbassato fino alle ore 10 antimeridiane e poi apribile con telecomando dai soli vigili urbani e dalle utenze autorizzate.

A.3 Via dei Priori

L’imminente ripavimentazione della via in pietra arenaria da parte del cantiere comunale sarà un passo importante per la riqualificazione di una via che continua a mantenere, soprattutto dopo l’apertura delle scale mobili del parcheggio di viale Pellini, un ruolo urbano paragonabile a quello antico, quando era il decumano della città etrusco-romana.

Alla fine dei lavori sarà possibile (ri)proporre la piena esecuzione di una mai rispettata ordinanza di pedonalizzazione che riguarda la parte inferiore di tale via, a partire dall’incrocio con via della Stella. Tale provvedimento permetterebbe di rendere pienamente fruibile ai pedoni una parte significativa del centro storico, in quanto l’asse inferiore di via dei Priori è già collegato con altri assi viari, impediti naturalmente alle auto, quali vicolo dei Gatti o Via Benincasa o facilmente da impedire quali via Deliziosa o via del Morone ed è il collegamento con il grande polmone verde del Campaccio, oggi a forte rischio di degrado sociale e per questo scarsamente utilizzabile. Tale provvedimento permetterebbe inoltre di recuperare pienamente piazza Santo Stefano nonché Piazza del Drago, con l’annessa scuola Fabretti. Le scalette della Canapina farebbero infine da anello di congiunzione alle zone verdi circostanti il parcheggio di Viale Pellini, altrimenti raggiungibili con la scala mobile.

In tale realtà urbana così recuperata, già ricca di emergenze storico architettoniche è possibile progettare un’attività di animazione sociale e culturale, che trovi il suo fulcro nella scuola Fabretti, che ne permetta l’uso soprattutto da parte dei bambini (e anche degli anziani), oggi allontanati da questi spazi urbani dall’uso aggressivo dell’auto. Sarà così possibile riscoprire la città “costruita” come luogo, a volte privilegiato, per il gioco dei piccoli e per l’avventura dei più grandi, sulla base di progetti già in campo nella città di Perugia.

Contestualmente l’area urbana innervata da via dei Priori è interessata da due grandi progetti di recupero, riguardanti due prestigiosi contenitori culturali: l’Auditorium di Santa Cecilia e la Chiesa di San Francesco al Prato.  Entrambi i progetti, (Santa Cecilia in fase finale sul piano realizzativo e San Francesco in fase di apertura di cantiere) saranno l’occasione per dare a Perugia spazi preziosi per manifestazioni musicali di alto livello di piccole e medie dimensioni e per mantenerle in pieno centro storico.

A.4  Porta Sole

Porta Sole è, almeno nella sua parte più elevata, l’ambito più raccolto del Centro Storico: un piccolo dedalo di vie, scalinate e piazzette silenziose, con emergenze storiche e artistiche  significative.

E’ una parte della città che, almeno nella parte più alta, deve essere (ri)scoperta dai visitatori ma anche dagli stessi cittadini di Perugia.

Per questo però deve essere resa maggiormente riconoscibile e fruibile.

Ci sono infatti mete importanti che sono di fatto richiami artistici, quale l’affresco di San Severo o il Pozzo Sorbello, o culturali quali la Biblioteca Augusta e la Uguccione Ranieri di Sorbello Foundation, o turistici quale la Via delle Prome con la splendida vista su Perugia e i colli e le montagne circostanti, ma quello che oggi è prioritario è la salvaguardia e la valorizzazione di tutto l’insieme urbanistico e sociale.

Il primo passo deve essere la ripavimentazione di tutte le vie e le piazze. A tutt’oggi si è provveduto alla ripavimentazione in arenaria di Via del Roscetto, alla bitumatura di Via del Sole, Piazza Biordo Michelotti, Via delle Prome e Via Imbriani, con il rispetto o il ripristino della cornice delle zanelle in pietra arenaria, o pietrella o mattoni.

Un secondo provvedimento è legato all’arredo urbano.

In Piazza Michelotti, in corrispondenza del pozzo esistente al centro della piazza, potrebbe essere collocata, d’intesa con la Soprintendenza ai Beni Artistici e Culturali, una vera quattrocentesca, custodita da tempo nei cantieri comunali ed attualmente in restauro.

Vanno eliminate piattaforme e pedane di ristoranti e birrerie non compatibili esteticamente con la zona né tantomeno funzionali alla stessa attività, per la quale può essere destinata il suolo pubblico senza strutture aggiuntive o con alcune di modesto impatto.

Va impiantata una segnaletica turistica e commerciale sobria e funzionale all’identificazione di mete e percorsi.

Piazza Raffaello che, con Piazza Mattioli, rappresenta un piccolo gioiello di piazzetta raccolta e altamente suggestiva, va liberata della possibilità di sosta veicolare, tranne esigenze particolari di residenti, va opportunamente ripavimentata in mattoni insieme alla via Raffaello, con la sostituzione delle panchine come già fatto in via delle Prome.

In tutto la zona di Porta Sole potrebbero essere resi fruibili, anche a orari convenuti e d’intesa con i proprietari, alcuni spazi attualmente non visitabili: il “Giardino dell’Usignolo”di Palazzo Rossi Scotti, la Chiesa di San Severo, verificando anche gli annessi parrocchiali tra cui una terrazza con ampia vista, il cortile interno di Palazzo Veracchi con il pozzo medioevale, l’Angelum Pacis, una volta che la Biblioteca Augusta possa utilizzare per le proprie attività istituzionali i locali di Palazzo Rossi Scotti, utilizzati attualmente dalla Pretura.

Quale terzo provvedimento di tipo strettamente culturale va valutata la possibilità di riproporre appuntamenti culturali rivisitati e attualizzati rispetto a quelli di grande successo realizzati alcuni decenni orsono con il Teatro in Piazza, che di fatto hanno rivelato le grandi potenzialità di utilizzo degli spazi aperti di Porta Sole, compresa l’“arena” di Piazza Piccinino. Insiste inoltre su questo terreno tutta la potenzialità della Biblioteca Augusta che rappresenta e potrà rappresentare uno dei maggiori soggetti culturali della città, ma che deve tuttora esplicitare, al di là della sua funzione fondamentale di grande raccolta e conservazione di documenti.

Il quarto provvedimento, di natura essenzialmente sociale, può riguardare non tanto l’acropoli del Colle del Sole, quanto il suo fianco meridionale, rappresentato da Via della Viola, la parallela Via Imbriani e i vicoli di raccordo, senza dimenticare una via di grande suggestione urbana ma non ancora investita da una progettualità significativa: via Volte della Pace.

E’ in questa parte di Porta Sole che insiste infatti la maggior parte degli esercizi commerciali, residue attività artigianali e nuclei significativi di residenti. L’asse di Via Cartolari, Via della Viola e Via del Roscetto è in grave “sofferenza” sociale, per la progressiva desertificazione, a cui si è cercato di porre un freno con alcune iniziative di riqualificazione urbana (ripavimentazione) e socio-culturali (mercatino stagionale rionale). Queste iniziative vanno intensificate, programmandole con i residenti ed i commercianti che stanno rivelando una notevole sensibilità e capacità di iniziativa. Molte sono però le attività dismesse, numerosi i locali commerciali vuoti che emblematicamente coesistono con due presenze culturalmente e socialmente significative, di cui una va ulteriormente valorizzata e l’altra recuperata e riproposta come spazio pubblico: la “Casa dell’Associazionismo” e il Cinema Modernissimo.

A.5 Rocca Paolina

La costruzione della Rocca Paolina nel 1540 con la distruzione di un intero quartiere ha comportato un danno gravissimo ed irreparabile per Perugia. Il recupero dei sotterranei della Rocca e con essi di parte delle case e di vie è stato un minimo risarcimento per la città, non solo per la riscoperta e la rilettura di questo ambito urbano ma soprattutto per il ripristino di funzioni civili, prima fra tutte la viabilità pedonale ma anche quelle ricreativa, culturale e commerciale.    Poter garantire pertanto continuità, sul piano pedonale e sociale, a Corso Vannucci, superando di fatto il blocco rappresentato dalla balaustra dei giardini Carducci, è elemento di grande significato, rafforzato anche dalla possibilità di fruire pienamente di occasioni di scambio e di comunicazione all’interno dei sotterranei.

La possibilità di allestire grandi ed efficienti aree espositive, anche grazie al recupero di nuovi spazi, diversamente utilizzati (archivio della Prefettura) o ancora impraticabili (la cannoniera di sud-est e l’ex rifugio antiaereo), va pertanto rapportata e resa coerente con l’esigenza di tutelare e valorizzare un esempio unico di quartiere medioevale sotterraneo e impedire che esso sia di nuovo reso invisibile e incomprensibile.

 

BORGHI

I Borghi medioevali, tutti di alto valore sociale, culturale e simbolico, attualmente quartieri degradati sul piano urbano e desertificati sul piano sociale, possono rappresentare l’occasione per dimostrare la capacità di chi governa attualmente Perugia di promuovere rinnovamenti e inversioni di tendenza, soprattutto sul terreno del degrado e dell’impoverimento urbano e di innescare  nuovi processi produttivi, sociali e comunicativi.

Il quadro degli obiettivi da perseguire per la riqualificazione dei Borghi, deve essere ampiamente partecipato per acquisire il più vasto contributo per la corretta individuazione delle soluzioni, di concerto con i cittadini residenti, le forze sociali e culturali e con quanti si attendono dalle iniziative dell’amministrazione nuove possibilità di lavoro.

Ambiti di intervento 

  1. PORTA SANT’ANGELO

      B.1 CORSO GARIBALDI

  Riinsediamenti abitativi

La perdita secca di abitanti è la causa e nello stesso tempo l’effetto del degrado urbano di Corso Garibaldi.

Va pertanto perseguita una politica che tenda da una parte a mantenere gli attuali insediamenti  e dall’altra incoraggi il ritorno o per lo meno l’insediamento di nuovi residenti. La presenza degli studenti, oggi così massiccia, è perfettamente compatibile, a condizione che sia un pezzo e non la totalità del tessuto sociale del quartiere. La futura dislocazione in varie parti della città di intere zone universitarie, quali Medicina a S.Andrea delle Fratte e altre Facoltà in Via del Giochetto favoriranno una ricollocazione della residenza universitaria, allentando la pressione che oggi si esercita sui quartieri limitrofi all’attuale Città Universitaria, lasciata crescere inopportunamente all’interno della città medioevale, senza una corretta politica dei servizi e delle infrastrutture per studenti.

Pur nella consapevolezza delle difficoltà legate all’avvio di complessi processi sociali, quali il recupero di abitanti di una zona in degrado ormai da anni, si possono individuare alcuni elementi, su cui costruire l’inversione del processo attuale.

Due spazi urbani potrebbero essere la sede di nuovi insediamenti abitativi:  le ex Officine Piccini e il Distretto Militare.

Nel passato anche l’ex Saffa era stata individuata con tale finalità, dopo che era stata nel recente passato oggetto di un tentativo di speculazione edilizia, denunciato dal Centro Sociale Autogestito che ne occupava i locali non occupati dall’Università, che ne era proprietaria e sventato dall’iniziativa politica di numerosi soggetti sociali e politici. Attualmente tale spazio urbano è stato acquisito dalla Sovrintendenza che la destinerà a propri uffici e laboratori.

Le ex Officine Piccini sono invece oggetto di un Progetto Urbano Complesso (PUC) finalizzato alla loro ristrutturazione, per il  recupero a fini residenziali.

Esse consistono in una superficie di circa 2000 mq, coperti su vari livelli da locali seminterrati, capannoni e tettoie, in cemento armato e in ferro, senza alcun pregio, in quanto strutture aggiunte nel tempo le une alle altre, senza organicità, utilizzate come officina metalmeccanica negli anni 50 e poi garage pubblico fino al 1991, con accesso automobilistico da via del Fagiano e con possibilità d’ ingresso, solo pedonale, anche da Corso Garibaldi.  Questa struttura è proprietà del Nobile Collegio della Mercanzia, che ha progettato la sua ristrutturazione in residenza, essendo interessato, in questo progetto, anche al restauro interno del complesso monumentale dell’ex Ostello dei  Poveri, sempre di sua proprietà e prospiciente Corso Garibaldi.

La presenza del Distretto Militare, appesantito oggi anche da alcuni servizi prestati nel passato nell’ex Ospedale Militare di Santa Giuliana, è ormai  incompatibile con il quartiere, in totale disarmonia con le esigenze dei suoi abitanti e poco funzionale con quelle della città.

Va però individuato, per il suo trasferimento, che trova d’accordo la stessa amministrazione militare, un altro sito, più compatibile e di più facile accesso, ma che offra le stesse caratteristiche qualitative e quantitative dell’attuale. Questo permetterebbe il recupero di un ampio e significativo spazio urbano, da destinare a molteplici funzioni, primariamente a quella abitativa, ma anche didattica, in stretto riferimento alle esigenze della vicinissima Università per Stranieri

Attività produttive

Corso Garibaldi ha perso ormai quasi totalmente la sua funzione produttiva, affidata in un passato non lontanissimo all’attività manifatturiera (SAFFA-Piccini) e ad una diffusa e articolata attività artigiana. Senza ipotizzare  impossibili rinsediamenti produttivi manifatturieri, non più attuali e ormai incompatibili con lo spazio urbano, si potrebbe pensare ad un ritorno di una attività artigiana di tipo artistico, che potrebbe riutilizzare gli ancora numerosi  ed inutilizzati spazi rappresentati dalle vecchie botteghe a piano terra delle case.

A fare da volano a questo ritorno potrebbe essere la collocazione, a scadenze fisse e frequenti, di mercati o di altre manifestazioni fieristiche, nello spazio rappresentato dalla Piazza Lupattelli, di fronte alla Chiesa di S.Agostino, nonché alcune vie e piccole piazze ad essa prospicienti.

Il ripristino di un minimo di attività produttiva rappresenterebbe, insieme con una più compatibile regolazione della mobilità, il prodromo indispensabile al riinsediamento abitativo di nuclei familiari ed alla ristrutturazione delle case secondo una tale finalità, in contrasto con l’attuale, devastante ed esclusiva destinazione a miniappartamenti o camere in affitto, per scopi meramente speculativi. E’ noto infatti che nella zona, come del resto in ogni quartiere cittadino ad alta densità studentesca, il mercato degli affitti, già reso selvaggio dall’abolizione  dell’equo-canone, raggiunge punte di vero e proprio sfruttamento in totale assenza, peraltro, di qualsivoglia intervento calmierante. Sia che tale fenomeno sia gestito da singoli cittadini o da agenzie immobiliari, si ritiene comunque più che mai doveroso un rigido controllo pubblico della qualità e congruità dell’offerta abitativa oltre che del piano igienico-sanitario e anche dell esistenza e registrazione dei contratti di locazione, nel quadro di una più generale lotta all’elusione e all’evasione fiscale.

 Aggregazione sociale

Perché il quartiere non sia solo un dormitorio, come è attualmente, è necessario che si sviluppino attività associative, ricreative, culturali ad ampia capacità aggregativa.

Le attività esistenti, alcune anche di grande prestigio come il Teatro S.Angelo vanno tutelate, valorizzate e messe nelle condizioni di una più ampia operatività e fruibilità.

Il Cassero, ristrutturato in occasione del Giubileo, e contenente al suo interno spazi espositivi, rimane a tutt’oggi un monumento che potrebbe essere il  capolinea di un qualificato e significativo percorso turistico.

L’Arco Etrusco, Palazzo Gallenga, l’Acquedotto medievale, il Mosaico della  Conca, la Chiesa di S.Agostino con annesso Oratorio, la chiesa dell’ex convento di San Bnedetto, il Monastero di S.Agnese, Il Tempio,  S.Matteo degli Armeni, il Monastero di Monte Ripido  possono essere  senza dubbio le  di un percorso turistico culturale di altissimo valore e richiamo, a condizione  che venga reso pienamente fruibile e debitamente descritto e pubblicizzato.

Piazza Grimana può essere recuperata quale crocevia sociale, grazie al recupero ad attività sportive e alla recente nuova illuminazione pubblica e alla presenza di locali pubblici, che possono essere ulteriormente potenziati, per farne a pieno titolo un luogo di incontro e di socializzazione, non solo del quartiere, ma di larga parte della città, compresi i residenti stranieri.

Ridefinizione della mobilità e della sosta

Attualmente Corso Garibaldi è luogo di sosta dei residenti e traversa interna per raggiungere da piazza Grimana le zone della città immediatamente a nord del Cassero, con l’occupazione pressoché permanente da parte della auto private del poco spazio disponibile in una via e in un quartiere medioevale.

L’attuale parcheggio di S.Antonio, destinandolo in toto o in parte ai residenti, può rappresentare una risposta, anche se parziale, perché collocato fuori di Corso Garibaldi e pertanto fruibile solo da una parte dei suoi abitanti.

Il parcheggio libero e scoperto di via Sperandio è un’altra risposta, a condizione che venga messo in comunicazione diretta (anche con scala mobile) con Corso Garibaldi, ed essere quindi maggiormente fruibile. Una soluzione potrebbe essere realizzata utilizzando gli orti sottostanti la chiesa di S.Agostino e per la quale c’è già la piena disponibilità dei padri agostiniani, con lo sbocco in Via dei Pellari, anche se la soluzione ottimale rimane l’utilizzo dell’accesso sulle mura, già esistente, realizzato per il Distretto Militare, su cui vige però la servitù militare.

Una terza ipotesi, tutta da verificare e densa di molti interrogativi,  soprattutto dal punto di vista della fattibilità tecnica e dell’impatto ambientale, potrebbe essere ricercata nell’area immediatamente fuori del Cassero, dove alcuni  spazi verdi, sia a destra che a sinistra della via, potrebbero ospitare parcheggi sotterranei, da destinare ai residenti della parte alta di Corso Garibaldi, debitamente ricoperti di un manto vegetale ed arboreo, in modo da risultare totalmente  invisibili alla superficie ed essere fruibili come verde pubblico.

Contestualmente alcune piccole aree interne al tessuto urbano di Porta S.Angelo, potrebbero essere recuperate alla sosta esclusiva dei residenti, quale ad esempio l’area Pennaricci, già oggetto di un progetto di parcheggio pertinenziale, non andato a buon esito per la mancata definizione del consorzio di residenti.

Un discorso a parte merita invece il parcheggio interno dell’ex convento di San Benedetto, oggi sede dell’Agenzia  per il Diritto allo Studio Universitario, per il quale appare largamente credibile la progettazione di un parcheggio pertinenziale ad almeno tre piani con in più la superficie esterna e per la cui realizzazione è già stata coinvolta la SIPA, con la piena intesa già garantita dell’ADISU e dalla Regione dell’Umbria.

Queste o altre soluzioni, a cui va garantita tutela e sorveglianza, soprattutto notturna, sono indispensabili per la pedonalizzazione della via, perché senza di esse questa soluzione sarebbe ulteriormente penalizzante per i residenti e scoraggerebbe  nuove residenzialità. Naturalmente andrebbe garantito l’accesso alle auto private, in fasce orarie definite, per carico scarico merci e per altre funzioni coerenti con le attività della via.

   Un passo importante verso la riqualificazione di Corso Garibaldi è rappresentato anche dal completamento della pavimentazione che va inteso non solo in senso estetico, quale abbellimento del borgo e quindi richiamo anche turistico, ma soprattutto funzionale perché passo indispensabile per l’adeguamento ed il risanamento della rete fognaria e degli allacci di luce, acqua, gas.

A tutt’oggi è stata realizzata la pavimentazione del primo tratto della via, fino a Piazza Lupattelli compresa. Sono state destinate, a partire dal 2003, le risorse per sostenere le spese di ripavimentazione, sempre in pietra arenaria, della restante parte della via, fino al Cassero.

Spazi verdi e percorso turistico culturale 

   In presenza di un tessuto urbano compatto, di antico impianto medievale, vanno assolutamente tutelati e valorizzati i pochissimi spazi verdi attualmente disponibili. Vanno pedonalizzati e resi di facile, sicuro e comodo accesso, soprattutto per bambini e anziani. Prioritaria è la tutela del prato antistante il Tempio. A questo dovrebbero anche provvedere le imminenti installazioni di due cancellate a protezione notturna di questi spazi.

  1. Matteo degli Armeni è circondato di verde a tutt’oggi tutelato, ma inaccessibile. La collina su cui sorge il Monastero di Monte Ripido, vicinissima, potrebbe godere di un più netto e meglio protetto collegamento pedonale, in cui il complesso di S.Matteo, attualmente salvato dal degrado e in futuro recuperato alla fruizione pubblica, potrebbe costituire un ganglio monumentale ma anche di verde pubblico.

Il Parco S.Angelo, la cui manutenzione continua e costante è elemento indispensabile per la sua piena fruibilità, vista la sua natura e collocazione, potrebbe essere meglio utilizzato se dotato non tanto di impianti quanto di una attività animatoriale, non solo sportiva o ricreativa ma anche didattica, destinata soprattutto all’infanzia ed in grado di valorizzare anche l’anfiteatro di recente realizzazione.

B.2 CONCA

In questa parte del quartiere di Porta Sant’Angelo coesistono due fenomeni totalmente contraddittori. Da una parte il recupero edilizio di parti significative dell’abitato da parte dei privati, dall’altra l’esistenza, altrettanto significativa, di un degrado edilizio di residenze, sempre private, colpite dall’abbandono e in alcuni casi da una grave fatiscenza. Vanno trovate forme pertanto per garantire da una parte che il recupero avvenga dentro precisi parametri urbanistici, soprattutto sul piano del colore delle facciate, dall’altra parte per costringere i proprietari al recupero e alla manutenzione dei propri immobili, le cui condizioni sono intollerabili in una città come Perugia e in una zona ad alta vocazione turistica.

A questo scopo , vista la loro urgenza, sono stati attivati alcuni provvedimenti di riqualificazione che riguardano soprattutto le vie della zona.

In primo luogo il restauro di tutta la scalinata di Via Appia, fortemente sconnessa e a rischio quotidiano per i passanti, ripristinando, in tutta la sua lunghezza gli scalini in mattoni con la cordolatura in travertino, sostituendo pertanto quelli realizzati impropriamente con altro materiale.

Lo stesso acquedotto medioevale presenta in alcuni archi preoccupanti fenomeni di sconnessione delle pietre, accentuate dalle gelate degli ultimi inverni, che rischiano di comprometterne la stabilità, con la conseguenza di rendere impraticabile la via più caratteristica della città. Tutta la struttura merita anche una ordinaria pulizia dalle erbacce e  una specifica illuminazione notturna, per esaltare la successione delle arcate e farne una maggiore attrazione turistica.

La Conca ospita anche altre emergenze storico artistiche che meriterebbero di essere maggiormente segnalate : il cunicolo di via Appia con la relativa postierla etrusca, il  mosaico romano detto “L’Orfeo della Conca” e la piccola chiesa di Sant’Elisabetta, la cui piazzetta meriterebbe una ristrutturazione insieme agli spazi verdi circostanti per farne un luogo di frequentazione umana, non solo veicolare. La stessa via di accesso alla piazzetta, provenendo da via Pascoli, di grande suggestione, ha, come parapetto, un improprio guard-rail autostradale.

Aggrava il tutto il fatto che la segnaletica turistica, ammesso che sia sufficiente e comunque prevista in tutta la città, in questa zona non è stata completata nella sua parte descrittiva, interrompendo quindi gli eventuali percorsi imboccati dai visitatori.

  1. PORTA PESA

Un tempo vero crocevia non solo di strade e di accessi alla città ma soprattutto di storie e di vite che si incrociavano a partire da Corso Bersaglieri , da via del Roscetto e via Pinturicchio, da Viale Brunamonti  e da via Tornetta, densamente abitati e che trovavano presso i bar, gli alimentari, le trattorie della zona i punti sociali di riferimento e di aggregazione, oggi è zona fondamentalmente di transito automobilistico, con un tasso di inquinamento atmosferico tra i più alti di Perugia, e con un avanzato processo di rarefazione sociale nonché di degrado, attualmente tamponato dal recupero edilizio del cosidetto “Palazzo della vergogna”.

Oltre a questo due altri progetti insistono su Porta Pesa: un itinerario pedonale all’interno del programma “La città dei bambini e delle bambine” e funzionale a facilitare il transito degli scolari verso due dei principali istituti di educazione primaria della città e la regolamentazione del traffico automobilistico attraverso la realizzazione di una rotonda, che elimini le stazioni semaforiche.

Questa zona della città potrà inoltre ricevere un notevole beneficio, grazie all’allentamento della pressione veicolare, in seguito al trasferimento del Policlinico di Monteluce a Sant’Andrea delle Fratte. Serve comunque un progetto generale che affianchi la riqualificazione urbana al rinsediamento abitativo, la tutela dell’attività commerciale alla promozione culturale. Punti di riferimento progettuale potrebbero essere il Chiostro e l’annesso convento di Santa Maria Nova, recentemente abbandonato dai Padri Serviti ma di alto valore artistico e notevole contenitore urbano e l’ex convento di San Tommaso in via Pinturicchio, già recuperato a residenze e con altri spazi già occupati dalla Circoscrizione e dall’Informagiovani, ma con un ancora un notevole potenziale di utilizzo sociale e culturale, a cui risponde la progettazione del Museo della Scienza e della Tecnica che dovrebbe occupare gli spazi disponibili nei locali occupati un tempo dall’Autoparco Comunale.

C.1 Corso Bersaglieri

   Nel linguaggio di molti perugini è ancora il “Borgo” per eccellenza, a testimoniare un concentrato di case e casupole a schiera sui due lati della via, ulteriormente articolato nel poco spazio rimasto fino alle mura medioevali, abitato in prevalenza da ceto popolare, fiero e inquieto, storicamente simile per composizione e per caratteri sociali a quello di Corso Garibaldi.  Con esso condivide attualmente la totale trasformazione sociale ed economica, con la relativa perdita di attività tradizionali, di abitanti originari, di identità collettiva.

Rispetto ad esso comunque Corso Bersaglieri è più povero di contenitori urbani in grado di rilanciare nuove residenze, nuove attività e nuove aggregazioni. L’unica emergenza storico artistica è rappresentata dalla chiesa di Sant’Antonio, con gli annessi parrocchiali ed attualmente non più sede di pratiche religiose quotidiane.  Accanto, ma con necessità di verifiche di effettivo utilizzo, il complesso detto della “Fortezza”, consistente in un complesso edilizio privato, in parte in stato di degrado e di un giardino delimitato dalle antiche muraglie della Fortezza del Mommaggiore. Un ulteriore spazio, piccolo ma significativo esiste nei pressi della muraglia settentrionale, all’altezza del vicolo del Cane, occupato da una piccola centrale elettrica, di cui va verificata l’attuale funzionalità.

C.2 Giardini di Via Brunamonti

La naturale collocazione di questi spazi li ha fatti oggetto di un progetto di parcheggio pertinenziale, in grado di soddisfare le esigenze di numerosi cittadini, aggregati in un consorzio  per rendere esecutivo il progetto, a termine di legge.

Va invece elaborata una proposta di recupero della superficie che, allargata agli spazi circostanti la scuola “Primo Ciabatti”, potrebbe riqualificare notevolmente la zona, dotandola di un significativo spazio verde, già alberato, a condizione che venga  liberato dall’attuale utilizzo a parcheggio. Tale funzione potrebbe essere soddisfatta dal parcheggio pertinenziale in progetto e dovrebbe essere ridimensionata dal percorso pedonale di Porta Pesa che garantirebbe la sosta delle auto di trasporto degli scolari della zona lungo la via di Sant’Antonio, fuori delle mura.

  1. MONTELUCE 

      D.1 Piazza di Monteluce

La piazza di Monteluce ha subito da poco un riordino urbanistico con la pavimentazione e pedonalizzazione del sagrato antistante la chiesa e con il relativo spostamento del capolinea delle linee APM. Rimangono ancora grandi problemi di viabilità sia per i flussi ancora rilevanti, perché il Policlinico ha ancora un unico ingresso, sia per gli spazi ristretti destinati alla mobilità e alla sosta dei pullman.

E’ imminente l’apertura del nuovo  ingresso veicolare al Policlinico in via del Giochetto, in corrispondenza di un attuale ingresso solo pedonale. Questa soluzione  permetterà di dirottarvi dalla piazza di Monteluce tutto l’accesso di auto private, mentre l’attuale ingresso rimarrà valido per le sole autoambulanze. Quale uscita veicolare rimarrebbe l’attuale passaggio posto alla fine di Via del Giochetto.       Contestualmente a questo alleggerimento si accompagnerebbe la realizzazione di due rotatorie, una all’altezza del nuovo ingresso, un’altra nella Piazza di Monteluce, con l’eliminazione delle barriere semaforiche e relativa fluidificazione del traffico.

 

D.2  Policlinico

Il trasferimento del Policlinico nell’immediato futuro nel complesso ospedaliero del Silvestrini obbliga sin d’ora una riflessione sul futuro di questa grande e significativa area urbana, che dovrà essere totalmente ripensata nel suo ruolo urbanistico e nelle sue funzioni sociali. E’ un progetto che  richiederà un vasto concorso di idee e una larga partecipazione. Senza velleitarismi ma solo con l’intento di avviare una riflessione possono essere formulate alcune considerazioni.

C’è una parte dell’attuale Policlinico che dovrà essere conservata ed è quella relativa al vecchio convento. Ad essa si affianca una moderna emergenza storico artistica rappresentata dalla chiesa dell’Ospedale, che , oltre che conservare affreschi di Dottori , ha un suo specifico disegno architettonico che fa parte integrante ormai del profilo paesaggistico della zona. Le due emergenze possono perciò giustificare il mantenimento dell’attuale corridoio coperto che, anche maggiormente fenestrato, può rappresentare l’elemento di continuità e di collegamento ad un complesso che ,  potendo disporre anche degli spazi dell’attuale Clinica Odontoiatrica, potrà svolgere una specifica funzione culturale. Va comunque eliminata l’attuale struttura della Clinica Medica II, inopportunamente realizzata a strettissimo ridosso dell’abside della Chiesa di Monteluce.

La seconda considerazione riguarda il capolinea del Minimetrò che non può non vedere il suo terminal o una delle ultime stazioni all’interno dell’attuale recinto ospedaliero o nelle sue immediate vicinanze.  Questo comporterebbe una incredibile valorizzazione di tutta l’area perché la renderebbe pienamente accessibile e fruibile da parte di quasi tutta la città, per giustificare altre funzioni, all’interno dell’area, di tipo residenziale e commerciale.

Una terza considerazione riguarda il permanere di una struttura sanitaria nell’area del Policlinico. Non c’è la necessità che tale presenza sia in continuità con servizi di diagnosi e cura che troveranno la loro piena collocazione al Silvestrini, compresi i servizi dell’urgenza e dell’emergenza sanitaria, mentre appare largamente credibile collocarvi un Polo Unico dei servizi sanitari territoriali per la prevenzione e l’erogazione di servizi di primo livello, quali, ad esempio il Distretto Sanitario, il SERT, il CIM, il Consultorio Familiare.

Un’ultima considerazione riguarda la necessità di garantire servizi adeguati e di alto livello per la popolazione studentesca e per il corpo docente, che continuerà a gravitare nell’area di via del Giochetto, anche se non più legata alle attività  della Facoltà di Medicina. La nostra Università infatti giocherà nel futuro il suo ruolo di grande studium universitario non solo sul terreno della qualità didattica e di ricerca ma anche su quello della qualità della vita della popolazione studentesca, legata a servizi adeguati per lo studio, la residenza, la vita associativa e ricreativa.

  1. SANTA MARGHERITA

   Fino agli anni settanta luogo dell’esclusione sociale e della istituzionalizzazione totale, non è ancora diventato per i cittadini di Perugia  uno spazio aperto, accessibile, fruibile, nonostante la chiusura del manicomio e la riconversione di alcuni padiglioni ad altre pubbliche funzioni. La sua denominazione a Parco risulta tuttora nominale e rischia di essere vanificata e contraddetta dal ricrearsi al suo interno di zone di nuova marginalità ed esclusione sociale, legata soprattutto all’immigrazione clandestina e a traffici illeciti. Tutto ciò nonostante il suo grande valore ambientale e la sua collocazione naturale che ne fanno una valle a ridosso del centro storico della città da una parte e a stretto contatto, dall’altra, con l’abitato di Ponte San Giovanni, potendo quindi svolgere un ruolo di ricucitura, questa volta tramite il verde e non il cemento delle case e delle strade, tra queste diversi parti della città. Questo comporta la piena valorizzazione della parte pubblica della valle, corrispondente all’area del vecchio manicomio, con la piena tutela della parte naturale e con il recupero di funzioni di pubblica utilità nei vecchi padiglioni manicomiali, eliminando quelli impropri, quali magazzini e rimessaggi, e riconvertendo e riqualificando le destinazioni di ampi spazi verdi. Una adeguata sentieristica e il risanamento del fosso di Santa Margherita ne permetterebbe inoltre la fruibilità, che potrebbe essere enormemente potenziata dall’acquisizione pubblica o dall’uso anche pubblico della parte finale della valle, a più stretto ridosso di Ponte San Giovanni.

F. BORGO XX GIUGNO

Il “Borgo Bello” è una delle realtà urbane di Perugia più ricca di emergenze storico artistiche, nonché ambientali, che già da sole, debitamente valorizzate, sarebbero in grado di offrire piena vivibilità ai residenti e un lungo e gratificante percorso turistico per i visitatori.

A partire dalla Chiesa di Sant’Ercolano si apre infatti una lunga serie di edifici sacri di grande valore che termina con la Chiesa di San Costanzo. Lungo questo itinerario si colloca il Museo Archeologico, collocato all’interno di un bellissimo chiostro con annesso l’Archivio di Stato, vere e proprie risorse non solo per la ricerca scientifica, ma anche per una frequentazione di conoscenza e di piacere, a condizione che, soprattutto il primo, andassero oltre la concezione di istituti per la sola raccolta e conservazione di beni artistici e si ponessero anche come soggetti per la promozione e la valorizzazione culturale , a partire dai beni in loro possesso e sfruttando le sedi prestigiose in cui si collocano. A titolo di esempio (negativo) vale la collocazione e la fruizione culturale del “Cippo di Perugia”, all’interno del Museo Archeologico, che rappresenta una delle pochissime testimonianze al mondo di testi in lingua etrusca. Lo stesso ragionamento deve valere per altre pregevoli opere d’arte racchiuse in questo itinerario che potrebbero ulteriormente stimolare e legittimare una presenza turistica a Perugia, meno frettolosa e superficiale di quella oggi mediamente praticata.

Alla emergenza artistica va aggiunta quella ambientale che oggi è fondamentalmente rappresentata dai Giardini del Frontone e, più recentemente, dal Giardino dei Semplici della Facoltà di Agraria, cui va aggiunto anche l’Orto Botanico della stessa. Altri spazi da recuperare alla fruizione pubblica potrebbero essere rappresentati dai locali dell’attuale Tiro a Segno, istituto pubblico con finalità non solo sportive ma anche istituzionali, alla ricerca di una sede più ampia e adeguata alle proprie finalità istituzionali. I campi da tiro, attualmente recintati potrebbero divenire un grande parco pubblico mentre le strutture, tra cui la sede del Tiro a Segno, dovrebbero essere conservate per un uso sociale e ricreativo. Tale soluzione deve prevedere comunque una intesa, anche economica, con il Demanio Militare, titolare degli spazi.

Ci sono inoltre nel Borgo anche grandi contenitori urbani, rappresentati dalle attuali caserme dei Vigili del Fuoco, della Polizia di Stato e dei Carabinieri, con cui va verificata la volontà di continuare l’attività all’interno delle stesse, perché altrimenti potrebbero essere la sede d’iniziative di riqualificazione urbana funzionale anche e soprattutto al rinsediamento abitativo.

La dimensione commerciale, rappresentata dal piccolo dettaglio è in crisi come in tutta la città. A suo favore andranno sicuramente le scale mobili attualmente in costruzione e di collegamento con la sottostante Stazione di S.Anna, per convogliare flussi di traffico pedonale diretti all’Acropoli lungo l’asse di Corso Cavour. Altro elemento sicuramente in funzione della valorizzazione commerciale di tutto il Borgo XX Giugno potrebbe essere rappresentato dalla creazione di un mercato antiquario da tenersi a scadenze regolari nello spazio dei Giardini del Frontone e negli spazi circostanti, per farlo diventare appuntamento regionale ed extraregionale ma anche stimolo alla nascita, favorita dal Comune, di botteghe d’artigianato di qualità, nei molti spazi dismessi del Borgo.

Altro elemento funzionale alla vivibilità del Borgo è rappresentato dalla trasformazione della Stazione di S.Anna, che si colloca come terminal di un significativo tragitto ferroviario e in asse con il traffico pedonale condotto dalle scale mobili a partire dal sottostante parcheggio di Piazzale Europa.

  1. PORTA SANTA SUSANNA 

Molto più contenuto, dal punto di vista urbanistico, rispetto ad altri borghi e privo di grandi emergenze storico artistiche, ha avuto sempre una sua specifica identità e fisionomia, fino a quando ha mantenuto gli abitanti e le attività originarie. Oggi registra una presenza essenzialmente studentesca e una grande rarefazione commerciale. L’unico vero contenitore urbano è rappresentato dalla ex valigeria in via Tornetta, oggi occupato dai locali dell’Associazione Culturale Porta S.Susanna e da istituti pubblici. La presenza dell’Associazione appare indispensabile come vero e proprio “presidio sociale” nonché come spazio culturale significativo come anche gli spazi occupati dalla pubblica amministrazione sono vitali per mantenere una presenza vitale nel  borgo. 

G.1 Area Parcheggio di Viale Pellini

Come piazzale Europa anche l’area attualmente occupata dal parcheggio va considerata una realtà che deve essere interessata da un vero e proprio progetto di riqualificazione urbana, che vada ben al di là della semplice ridefinizione del parcheggio. Non è infatti ammissibile che all’interno del centro storico permanga un tale vuoto urbanistico, sottoutilizzato e senza alcun valore architettonico. La SIPA, proprietaria della gran parte dell’area, ha bandito, d’intesa con l’Amministrazione Comunale, un bando internazionale per un progetto che ridefinisca l’area, garantendo l’attuale funzione di parcheggio, inserendo nuovi elementi architettonici per ospitare uffici pubblici e servizi per i cittadini e realizzando un’opera di ricucitura urbana con la realizzazione di un’asse pedonale tra via della Tornetta e le scalette della Canapina, peraltro già esistente nel passato. Il tutto con volumetrie e altezze perfettamente compatibili e rispettose del contesto urbano circostante. La presenza delle scale mobili e la prevista stazione del minimetrò nella zona della Cupa confermerebbe la piena accessibilità di quest’area, a stretto ridosso dell’Acropoli. 

G.2 Piscina di Viale Pellini

Storico impianto sportivo della città, luogo frequentato da numerose generazioni di perugini e di studenti stranieri per la pratica natatoria, il solarium e come occasione di conoscenza è da alcuni anni in stato di deplorevole abbandono e luogo di ricovero di immigrati clandestini e di senza casa. Va recuperato secondo il progetto approvato da tempo e con i finanziamenti ad esso destinati dall’Amministrazione Comunale. L’impianto natatorio infatti, anche se di modeste dimensioni, è ancora una grande risorsa soprattutto per il centro storico, essendovi collocato ed essendo facilmente accessibile a piedi, tramite la rete APM o in auto, essendo vicinissimo a  due grandi parcheggi.  Il suo recupero andrebbe a colmare, almeno parzialmente, il grande vuoto di piscine pertinenri al Centro Storico, dopo la chiusura della piscina di Via dei Filosofi e l’analogo, deplorevole abbandono della piscina universitaria della Pallotta.

  1. CITTADELLA GIUDIZIARIA

Il nuovo PRG prevede per l’area dell’attuale carcere di Piazza Partigiani la destinazione a “cittadella giudiziaria”, nuovo contenitore urbano per le funzioni giudiziarie, attualmente distribuite in numerose sedi a scapito della loro funzionalità. La nuova sede continuerebbe ad insistere nell’area del centro storico, continuando ad essere compatibile con gli studi professionali attualmente ivi collocati e sarebbe servita in maniera ottimale dal parcheggio di Piazza Partigiani, per non tralasciare il non lontano parcheggio di Piazzale Europa. Questa nuova collocazione degli uffici giudiziari è però conseguente al definitivo e completo trasferimento del carcere ai nuovi edifici di Capanne, tuttora in costruzione. I tempi sembrano essere ancora lunghi ed è pertanto difficile programmare il nuovo utilizzo del Palazzo del Capitano del Popolo, attuale sede del Tribunale. Un’ipotesi credibile sarebbe quella di trasferirvi la Biblioteca Augusta, per garantire spazi adeguati e una collocazione prestigiosa per farle assumere il ruolo di grande soggetto culturale, anche in relazione al complesso degli Arconi, in fase di recupero.

 

 

 

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