Van Veeteren Commissario capo della squadra omicidi di Maardan

Il famigerato commissario Van Veeteren. Poliziotto di cinquantasette anni e ottantotto chili con un cancro all’intestino.
L’uomo che visse un giorno, TEA, 2012, pag.28

“Da dove le prende tutte queste metafore, commissario?”
“Non ne ho la minima idea” disse Van Veeteren tutto compiaciuto “ E’ così che succede a noi poeti. Ci vengono e basta”
L’uomo che visse un giorno, TEA, 2012, pag.49

La vita, pensò Van Veeteren. Che maledetta faccenda legata al caso!
L’uomo che visse un giorno, TEA, 2012, pag.216

Non per niente Schopenhauer era stato il suo idolo per un certo periodo in gioventù, e trent’anni in polizia non erano certo riusciti a smentire le sue idee fondamentalmente pessimistiche sulla condizione umana. Semmai il contrario.
La rondine, il gatto, la rosa, la morte, TEA, 2015, pag.101

Con gli anni aveva maturato un certo fiuto per queste cose, per la relazione tra compito, tempo atmosferico-stagione e musica. C’erano movimenti ascendenti e discendenti che bisognava assecondare, anziché cercare di contrastare.
L’uomo che visse un giorno, TEA, 2012, pag.244

Di per sé non era una sensazione nuova; solo un’istanza o una variante di quella vecchia idea deterministica, probabilmente; della questione ineluttabile dei disegni e dell’ordine dell’esistenza. Dell’entropia crescente o calante.
L’uomo che visse un giorno, TEA, 2012, pag.245

Incredibile quante informazioni si possono trasmettere con il silenzio, pensò. Avrebbe potuto porre domande importanti, sarebbe stata la procedura consueta, senza dubbio…Non ne sarebbe venuta nessuna risposta, ma lui era abituato a interpretare le sfumature delle parole non dette.
L’uomo che visse un giorno, TEA, 2012, pag.250

Il commissario significava sempre il commissario Van Veeteren, capo della squadra omicidi di Maardan per quindici anni e suo fulcro per il doppio del tempo; da circa due anni, tuttavia, era sceso dal parnaso della giustizia per mettersi sulla strada che portava alla pensione come comproprietario e commesso della libreria antiquaria Krantze in vicolo Kupinski.
Carambole, La Biblioteca di Repubblica-L’Espresso, 2010, pag. 81

Van Veeteren non si sarebbe lasciato imbrogliare. Se ne stava seduto lì con il pesante busto curvo sopra il registratore. Il suo volto era solcato da piccole e rotte vene blu, e aveva un’aria altrettanto espressiva di un segugio pietrificato. L’unica cosa che si muoveva era lo stuzzicadenti che si spostava piano da un angolo della bocca all’altro. Il commissario riusciva a parlare senza muovere le labbra a leggere senza spostare lo sguardo, a sbadigliare senza aprire la bocca…era una mummia molto più che un essere umano in carne e ossa. E senza dubbio un poliziotto molto efficiente.
La rete a maglie larghe, TEA, 2014, pag. 34

Perchè non sbagliava mai. Inchiesta dopo inchiesta, era come se Van Veeteren riuscisse sempre – con precisione infallibile – a trovare il bandolo della matassa. A interrogare la persona giusta, o a ricostruire in modo più preciso cosa avessero fatto le persone coinvolte. In mezzo alla massa di informazioni e lacune che si accumulava a ogni nuovo caso. Intuizione. Bisogna ammetterlo, Van Veeteren possedeva questa controversa ma preziosa qualità.
Il caso G, TEA, 2016, pag.104

Homo agens. In tutte le situazioni. In teoria o nella realtà. Fare qualcosa, accidenti!
Carambole, La Biblioteca di Repubblica-L’Espresso, 2010, pag. 189 

Non difendo le azioni malvagie, ma se non si è capaci di comprendere la natura del crimine…i motivi del criminale…bé, allora non si arriva molto lontano come poliziotti.
Carambole, La Biblioteca di Repubblica-L’Espresso, 2010, pag. 209

“La vita è una faccenda molto sopravvalutata”disse Van Veeteren “Anche se è meglio non scoprirlo troppo presto”
Carambole, La Biblioteca di Repubblica-L’Espresso, 2010, pag. 225

In ogni indagine, sosteneva, esiste un limite oltre il quale non ci servono altre informazioni, e possiamo risolvere il caso solo con il ragionamento. Un buon investigatore dovrebbe sforzarsi di capire quando si trova a questo punto, o quando lo ha già superato.
Il commissario cade in trappola, Guanda, 2016, pag. 214

Il cervello funziona al meglio quando lo lasci in pace, aveva spiegato Van Veeteren. Versaci dentro gli interrogativi e le informazioni che hai e poi pensa ad altro. Se c’è una risposta, prima o poi salterà fuori.
Il dovere di uccidere, Guanda, 2017, pag.154

Sempre più solitario, irritabile, introverso. Tutto faceva presagire che fosse sulle tracce di qualcosa. Indurlo a condividere i suoi pensieri sembrava impossibile.
Il commissario cade in trappola, Guanda, 2016, pag. 246

E da tempo aveva imparato che, se esiste un lavoro in cui la virtù non viene ricompensata, è proprio quello del poliziotto.
Il commissario cade in trappola, Guanda, 2016, pag. 263

Meglio lasciar perdere. La mia quota di sofferenza – altrui – l’ho già raggiunta.
Il commissario e il silenzio, TEA, 2006, pag.137

Io sono un vecchio poliziotto dannatamente stanco, che ha visto troppo e che non vuole vedere molto altro, pensava.
Una donna segnata, TEA, 2016, pag. 252

Che cavolo sto facendo? pensò, conscio, che si trattava di una domanda molto vecchia e ben nota. E rimasta sempre senza risposta.
Il commissario e il silenzio, TEA, 2006, pag. 246

Questo sarà il mio ultimo caso. Pensò all’improvviso. Il lavoro di una vita. Dare la caccia agli assassini.
Il caso G, TEA, 2016, pag. 315

All’improvviso ricordò una delle citazioni che Van Veeteren amava spargere intorno a sé.
La vita è un’escursione in un campo aperto.
La rondine, il gatto, la rosa, la morte, TEA, 2015, pag.348

Autore: HAKAN NESSER 

Nasce nel 1950 a Kumla, cittadina della Svezia centrale. Dopo aver insegnato lettere in un liceo, si dedica esclusivamente alla letteratura.

Bibliografia consultata:

Det grovmaskiga natet, 1993 (La rete a maglie larghe, TEA, 2014)

Borkmanns punkt, 1994 ( Il commissario cade in trappola, Guanda, 2016)

Aterkamsten, 1995 (L’uomo che visse un giorno, TEA, 2012)

Kvinna med fodelsemarke, 1996 (Una donna segnata, TEA, 2016)

Kommissarien och tystnaden, 1997 (Il commissario e il silenzio, TEA, 2006)

Munsters fall, 1998 (Il dovere di uccidere, Guanda, 2017)

Carambole, 1999 (Carambole, La Biblioteca di Repubblica-L’Espresso, 2010)

Svalan, katten, rosen, doden, 2001 (La rondine, il gatto, la rosa, la morte, TEA, 2015)

Fallett G, 2003 (Il caso G, TEA, 2016)

 

 

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